PASTURO E BAIEDO RICORDANO I PROPRI CADUTI (e non solo)
Come già anticipato sull’ultimo numero di questo periodico, passeremo ora in rassegna, in ordine cronologico, i Monumenti ai Caduti che i comuni di Pasturo e Baiedo, al termine della Grande Guerra, eressero non solo per rendere omaggio ai propri soldati caduti perpetuandone così il ricordo, in una sorta di risarcimento postumo per un sacrificio spesso più imposto che voluto, ma anche per farsi portavoce di quei simboli collettivi tesi a cementare un’unità patria costruita intorno al mito della guerra e dei suoi eroi.
Il Monumento ai Caduti di Pasturo (1924)
È il 16° innalzato in Valsassina e venne inaugurato il 26 ottobre 1924, come si ricava dalla cronaca dell’inaugurazione trascritta sul Liber chronicus della parrocchia: “Dal giornale la sera 27 Ottobre 1924. Pasturo il ridente paesello della Valsassina ha inaugurato ieri il monumento ai Caduti. Fra una folla di convenuti dai paesi vicini le rappresentanze dei fasci, dei combattenti, dell’Associazione alpini e dell’eser-cito venne scoperto il monumento, squisita opera degli artisti, scultore Cirillo Bagozzi e architetto Ciapparelli, raffigurante un forte alpino in vedetta. Parlarono tra la reverente commozione i compaesani avv. Doniselli, mutilato di guerra, il colonnello Mazzoleni, l’avv. Pozzi ed il Consigliere Provinciale prof. Magni. La spesa totale fu di £ 28.535, di cui ben £13.500 furono date allo scultore per aver tratteggiato con linee chiare l’alpino in parola”.
Il monumento, inserito in un’area acciottolata delimitata da un cordolo, si trova sulla piazza antistante il palazzo comunale. Esso è costituito da un parallelepipedo in granito posto su un basamento a tronco di piramide sulle cui facce sono scolpiti una scritta commemorativa (RICONOSCENZA PERENNE / AI / NOSTRI FIGLI / CHE / ALLA GRAN GUERRA CHIAMATI / PER RIVENDICARE ALLA PATRIA / I CONFINI CHE NATURA POSE / IMPAVIDI / GLORIOSA AFFRONTARONO LA MORTE / 1915-1918) e i nomi dei 29 caduti pasturesi nel corso della Grande Guerra nonché quelli caduti nel corso della guerra di Libia del 1914, mentre sul dado della piramide sono affisse le lapidi con la scritta commemorativa e i nomi dei caduti della seconda guerra mondiale aggiunte il 4 novembre 1976.
Sopra il parallelepipedo è posta una scultura a tutto tondo raffigurante un alpino nell’atto di scrutare avanti a sé. La figura è in una posizione che, apparentemente statica, dà invece il senso del movimento: la gamba destra e il calcio del fucile poggiato a terra sorreggono il corpo; la gamba sinistra è arretrata rispetto al corpo e il braccio destro è alzato per portare la mano vicino al volto come per proteggerlo e per permettere allo sguardo di estendersi il più possibile; il volto è serio e l’abbigliamento da soldato è reso con molta precisione e realismo, la luce, che segue la superficie irregolare, conferisce movimento alla scultura. La statua in bronzo è opera del valente scultore milanese Cirillo Bagozzi (1890-1970) e il progetto è dell’architetto Abele Ciapparelli, entrambi soci della SEM (Società Escursionisti Milanesi).
Il Monumento ai Caduti di Baiedo (1927)
È il 19° innalzato in Valsassina e venne inaugurato domenica 30 ottobre 1927 alle ore 15. Fu, quella, per Pasturo una giornata di cerimonie: al mattino fu inaugurato il nuovo fabbricato dell’Asilo: presenti l’avv. Roberto Pozzi e il poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi, oratore ufficiale, nonché don Angelo Maroni, fratello del defunto parroco, don Francesco; al pomeriggio “ebbero luogo con solennità ed entusiasmo le cerimonie inaugurali del Viale della Rimembranza e della lapide” ai Caduti di Baiedo. “Allo scoprimento della lapide ai Caduti di Baiedo, parlò entusiasticamente il Colonnello cav. Mazzoleni, ed ancora don Angelo Maroni, che con smagliante orazione improntata a vera italianità, inneggiò al Fascismo e al suo Duce auspicando per la Patria nostra le più alte fortune. Chiuse la laboriosa giornata inaugurale la cerimonia del battesimo alla nuova Casa Dopolavoro. Alla sera riuscitissimo concerto della Banda di Pasturo diretta dal valente maestro Torquato Frizzi di Lecco, ed una bella luminaria; mentre nella popolazione regnava il più schietto entusiasmo” (da “Il Prealpino”, 5 novembre 1927, p. 2).
Il monumento, ubicato in piazzetta comunale, è costituito da un’edicola nella cui specchiatura trova collocazione un bassorilievo in marmo di Carrara raffigurante quattro militi che impugnano tutti insieme l’asta del tricolore con sullo sfondo una Stella d’Italia raggiante. Il disegno della scultura è opera del pittore Federico Sartori (1865 – 1938), “residente ora a Viareggio, dopo una lunga dimora nell’America latina ove per ben undici anni fu insegnante all’Accademia di Belle Arti a Buenos Ayres” (da “Il Prealpino”, 23 ottobre 1927, p. 2).
Lungo la strada che collega Pasturo con Baiedo si erge la cappelletta del ciös che è costituita da due cappellette unite da un’unica copertura a falda sovrastante la strada: sulla parete di fondo di una di esse è collocata una lapide in marmo bianco con borchie alle estremità con i nomi dei caduti della Grande Guerra. Sopra la lapide campeggia un affresco raffigurante S. Carlo in preghiera ai piedi della Madonna col Bambino.
Pialeral (1921)
Fissata su una grossa roccia nelle adiacenze del rifugio Pialeral si trova una bella lapide bronzea. Inaugurata il 17 luglio 1921 in occasione dell’ampliamento della omonima capanna costruita nel 1907, fu voluta dalla SEM per ricordare i soci caduti nel corso della Grande Guerra, come attesta l’iscrizione: “LA / SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI / CONSACRA / AI MASCHI COMPAGNI / MORTI PER L’ITALIA / QUESTE MURA OSPITALI / XVII LUGLIO MCMXXI”. Segue l’elenco dei nomi: “BARBIERI ALDO – BARBIERI MARIO / CAMERONI UGO – CASTIGLIONI PIETRO / CLERICI CORNELIO – CORRADINI CARLO / COVA NEMO – DONINI LAMBERTO / FANTAGUZZI OLIMPIO – LAVEZZI CARLO / LUCCHINI PIETRO – MARIANI ETTORE / MAZZOLARI OSVALDO – MOREO ARNALDO / PIAZZA EDILIO – RIMOLDI SALVATORE / SGOLMIN EMILIO – SCATTOLIN ALDO / TADINI DOMENICO – ZANINI ADRIANO / ZOJA PIETRO –ZOPPIS GIUSEPPE / MCMXXI”.
La lapide è opera dello scultore milanese Cirillo Bagozzi, lo stesso che realizzerà il Monumento ai Caduti di Pasturo nel 1924, e presenta al centro un bassorilievo raffigurante una figura femminile nuda, una Vittoria alata, con lo sguardo rivolto verso l’alto e con le braccia spalancate che reggono una ghirlanda vegetale mentre ai suoi piedi è incisa la cresta di una montagna.
La cerimonia di inaugurazione avvenne il 17 luglio 1921 nella celebrazione del trentennio sociale della SEM. Dopo la messa da campo celebrata alle ore 10, 30 da don Francesco Maroni, parroco di Pasturo, seguì la cerimonia civile, che fu aperta dal Consigliere Dirigente Eugenio Fasana. Il discorso inaugurale e commemorativo, tutto pervaso di autentico spirito escursionistico, fu pronunciato dall’avv. Mario Porini. Terminato il discorso, “l’oratore strappò la bandiera che copriva la lapide in ricordo dei caduti, e il magnifico bronzo brillò al sole delle due Grigne. La lapide, come si sa, è opera veramente superba del nostro Socio, lo scultore Cirillo Bagozzi, che – sia detto a titolo di benemerenza – prestò l’opera sua gratuita d’artista […] il fedelissimo consocio Giuseppe Lajoujè generosamente si assunse la spesa di fusione della lapide stessa. Dopo l’ardente invocazione finale dell’avvocato Porini, soffocata la commozione degli ascoltatori, scrosciarono ripetute acclamazioni entusiastiche, appresso le quali Giovanni Maria Sala declamò alcuni versi di una sua composizione, intitolati “Ai nostri caduti”, riscotendo vivissimi applausi. Riprese ancora la parola Eugenio Fasana […] Sorse poi a parlare applauditissimo, Rodolfo Rollier per la Sezione Sciatori. La cerimonia ebbe il suo epilogo con l’applauditissimo Inno del Trentennio “In alto di più!...” che un gruppo di Soci intonò sotto la direzione dell’avv. Porini, accompagnati da una singolare filarmonica e sostenuti nella loro fatica canòra dalla potente e magnifica voce baritonale di Dario Zani e da quella robustissima di Chierichetti” (da “Le Prealpi”, a. XX, n. 8, agosto 1921, pp. 113-116; cfr. inoltre “Le Prealpi”, a. XX, n. 7, luglio 1921, p. 98. Ringrazio Enrico Barbanotti della Biblioteca “Ettore Castiglioni” della CAI-SEM per la segnalazione di questi due articoli).
Marco Sampietro
IL GRINZONE n.53