Furono proprio 300 le prime Parole di Antonia Pozzi?
Dagli archivi Mondadori ne risultano ben 472
Trecento furono, come narra la tradizione, gli Spartiati che, durante le guerre persiane, guidati dal re spartano Leonida, caddero eroicamente nella celebre battaglia delle Termopili (480 a.C.) contro l’esercito del re persiano Serse dopo una strenua resistenza1.
Trecento furono i “giovani e forti” che nel 1857 morirono nella tragica, fallimentare spedizione di Carlo Pisacane e dei suoi compagni per suscitare un’insurrezione popolare antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie2.
Quante furono – ci domandiamo ora – le prime Parole di Antonia Pozzi? Innanzitutto, è necessaria una precisazione: per “prime Parole” non si intendono qui certo le prime parole pronunciate dalla piccola Antonia, ma si intende la prima edizione, cioè l’editio princeps (direbbero i filologi) delle prime novantuno liriche pozziane, intitolata per l’appunto Parole (termine che la stessa poetessa usava per indicare i propri versi), che uscì nel maggio 1939 dai torchi dell’officina veronese Arnoldo Mondadori. Quanti furono gli esemplari delle prime Parole di Antonia Pozzi stampati per iniziativa della famiglia “in forma privata e per una limitata divulgazione” (come si legge nella scheda editoriale, datata giugno 1939), “per onorarne la memoria e per offrire un ricordo di Lei vivo e fedele a quanti Le vollero bene” (come si legge nella prefazione firmata dai genitori e datata 3 maggio 1939)? Dell’editio princeps, come si precisa al colophon3, furono stampati trecento esemplari (come i trecento Spartiati morti alle Termopili), di cui dieci contraddistinti, sempre al colophon, dalle iniziali “A.L.” (i cosiddetti esemplari “Ante Litteram”) e duecentonovanta numerati meccanicamente in cifre arabiche4. Ma c’è di più. Le prime Parole di Antonia Pozzi furono anche una pregevole, lussuosa ed elegante edizione d’arte: veste tipografica assai raffinata, custodia editoriale in cartone illustrato, legatura in una leggera brossura, rivestita da una sovraccoperta alla francese, stampata in color terra di Siena bruciata e impreziosita da “delicati disegni” del pittore abruzzese Michele Cascella5 cui si devono pure la decorazione della custodia e le illustrazioni contenute nel volume.
Quella del 1939 fu dunque non solo la pietra miliare della fortuna critica della poesia pozziana che culminerà con l’ingresso di Parole nella prestigiosa collana mondadoriana de “Lo Specchio. I poeti del nostro tempo” con prefazione di Eugenio Montale, ma anche un volume destinato a diventare, nel giro di pochi anni, una vera e propria rarità bibliografica da far gola a tanti collezionisti e bibliofili.
Alla fortuna critica si accompagna però anche il mistero che avvolge le complesse e intricate vicende editoriali di questa prima raccolta pozziana.
Oltre alle trecento copie distribuite in forma privata dalla famiglia ad amici e conoscenti della poetessa nonché a docenti universitari, scrittori, critici letterari, giornalisti e a molte biblioteche italiane, ne circolano, infatti, numerose altre in tutto conformi a quelle della princeps, tranne che al colophon, dove scompare l’indicazione “ESEMPLARE” con la sigla “A.L.” o con il numero. Questi ultimi esemplari poi risultano impressi su carta comune, per lo più privi di custodia, con sovraccoperta, titolo al frontespizio e tutte le illustrazioni al loro interno stampate in color verde oliva o in inchiostro nero. Diverso è anche il foto-ritratto della poetessa: Antonia non appare più a mezzo busto, con un delicato sorriso e il capo lievemente reclinato, ma è colta seduta di tre quarti su una staccionata, sotto un loggiato, con lo sguardo rivolto verso le Tre Cime di Lavaredo sulle Dolomiti (fotografia scattata nel 1938). Su questi esemplari compare, infine, una pecetta editoriale in carta patinata (mm 76x19) con un avviso a stampa (incorniciato in un filetto semplice) che recita: “IN VENDITA PRESSO LA | CASA EDITRICE A. MONDADORI | Milano - VIA CORRIDONI N. 39”. Ci troviamo quindi di fronte alle “prime copie commerciali di Parole” o – se si preferisce – agli esemplari della “prima edizione Mondadori”, come risulta da un dépliant che è possibile ancor oggi rintracciare in qualche esemplare. Il pieghevole, stampato da Mondadori dopo il settembre 1939, recita infatti, nel suo box conclusivo: “In vendita soltanto presso le principali librerie | italiane e presso la Casa Editrice A. Mondadori, | Via Corridoni, 39, Milano. | Edizione di lusso, su carta a mano di | Fabriano e custodia ... L. 20, - | Edizione comune ... L. 10, -”.
Per quanto riguarda la prima tiratura di Parole, il mistero della princeps, come ho già dimostrato in un articolo del 2019 dopo aver censito cinquanta esemplari di Parole e aver consultato l’archivio della Casa Editrice Mondadori6, è chiarito grazie al registro delle “Tirature dei libri A.M.E. del Magazzino Editoriale di Verona 1924-1980”7, da cui si evince che dell’edizione del maggio 1939 furono stampate “472 copie, in brossura, al prezzo di £ 10, di cui 198 di lusso, al prezzo di £ 20”. Le 172 copie in surplus, non numerate né altrimenti precisate, impresse su carta comune, furono messe in vendita dalla stessa Casa Editrice già nell’autunno 1939, se non addirittura nei mesi precedenti, “aderendo alle insistenti richieste provocate dai giudizi di stampa”, come accade anche oggi con i libri di pregio e / o di nicchia, sostenuti a monte da privati.
Ecco così risolto il mistero delle vicende editoriali dell’editio princeps di Parole. Spiace constare che, nonostante il mio articolo del 2019 sia stato segnalato su un importante repertorio bibliografico8, non si tenga purtroppo ancora conto di queste nuove acquisizioni (penso, nello specifico, all’articolo di Giovanni Biancardi, Rarità bibliografiche di Antonia Pozzi. Fra poesia e ricordo, in “la Biblioteca di Via Senato – Milano”, a. XIII, aprile 2021, pp. 13-17), come se gli scopi commerciali prevalessero su quelli culturali.
Marco Sampietro
1 Il sacrificio dei Trecento ha ispirato anche artisti della nostra epoca, dalla letteratura all’arte, dal fumetto al cinema. Si pensi al kolossal statunitense 300, diretto nel 2007 da Zack Snyder a partire da un adattamento dell’omonimo romanzo a fumetti di Frank Miller, a sua volta ispirato al film The 300 Spartans (in italiano L’eroe di Sparta) di Rudolph Maté, del 1962. Come gli eroi dei poemi omerici, per i Greci Leonida e i suoi divennero un mito. E lo sono ancora oggi nel nostro immaginario collettivo.
2 È l’argomento della celebre ballata La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini (1821-1872), il più noto rappresentante della lirica patriottica risorgimentale.
3 “Termine con cui viene indicata la formula posta in fine ai libri dai primordî della stampa ai primi anni del sec. XVI; conteneva, generalmente, il nome dello stampatore, il luogo e la data di stampa e, spesso, altre notizie inerenti alla pubblicazione del libro (nome del correttore, di chi aveva concorso nella spesa, ecc.)” (Enciclopedia Italiana - Treccani). Il colophon, caduto in disuso nel corso del XVII secolo, è attualmente utilizzato solamente in alcune edizioni d’arte, spesso a tiratura limitata, come nel caso di Parole.
4 “DI QUESTA, OPERA, EDITA IN FORMA PRIVATA | PRESSO LE OFFICINE GRAFICHE A. MONDADORI | IN VERONA, SONO STATE STAMPATE, SU CARTA | SPECIALE DI FABRIANO, 10 COPIE ANTE LITTERAM | E 290 NUMERATE DALL’1 AL 290. | MAGGIO 1939 – XVII”.
5 M. Sampietro, Antonia Pozzi nei “delicati disegni” di Michele Cascella. La sovraccoperta illustrata di Parole (1939) e l’ex libris della poetessa (1932), in “Il Grinzone”, a. XVIII, n. 67, luglio 2019, pp. 4-6.
6 M. Sampietro, Parole di Antonia Pozzi (1939). Vicende editoriali dell’editio princeps mondadoriana, in “Archivi di Lecco e della Provincia”, a. XLII, n.1 (giugno 2009), pp. 103 -123.
7 Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, Archivio storico Ame, Sezione Documenti sonori e audio visivi.
8 “L’Almanacco Bibliografico. Bollettino trimestrale di informazione sulla storia del libro e delle biblioteche in Italia”, a cura del C.R.E.L.E.B, dicembre 2020, numero 56, pp. 36-37.
IL GRINZONE n. 85