LA "REGINA DELLE GRIGNE" A BRUNINO


 


 

Brunino è certamente una delle località più belle dei monti di Pasturo, sulle pendici della Grigna. Ed è proprio a Brunino che i fratelli Ronchi, don Angelo e don Eugenio, con l’aiuto del papà Costantino, hanno acquistato nel 1970 una prima cascina, divenuta poi gradualmente un punto di riferimento per vacanze e anche momenti di studio e riflessione rivolti a gruppi di ragazzi, oratori, famiglie.
Per saperne di più interpello don Angelo che è ben felice di incontrarmi nella sua casa a Maggianico dove vive dal 2015 e dove, precedentemente, abitava anche il fratello don Eugenio, scomparso nel 2018. Gli fa piacere poter raccontare ed ha già preparato, dopo la mia telefonata, alcuni appunti…


 Don Angelo e la famiglia

La mia è stata una bella famiglia che ha generato due preti”. Vivevano a Trezzo sull’Adda dove il papà Costantino, nato nel 1902, lavorava presso la Centrale Elettrica, dapprima come operaio e poi, conseguita per corrispondenza la qualifica di elettricista, come capoturno. Un papà che “ha preso la vita sul serio, ligio al dovere, impegnato nel lavoro, dedito alla famiglia e collaboratore nella Parrocchia”. Una prima figlia muore a soli otto mesi per gastroenterite; nel 1929 nasce Angelo, nel 1934 Giuseppe (Peppino) e nel 1939 Eugenio. Angelo frequenta asilo ed elementari nel paese e poi le Medie a Bergamo, perché il papà voleva che studiasse. “Come ‘balilla’ dovevo frequentare la ‘casa del fascio’ e portare a scuola l’attestato di presenza… A pranzo andavo alla casa dello studente dove un prete mi aiutava nel pomeriggio a studiare il latino. Un pomeriggio, partendo dall’Ave Maria, mi ha anche spiegato che i figli nascevano dalla pancia della mamma: per me è stata una scoperta meravigliosa”.

Erano gli anni della guerra: “Ricordo che un mattino, nel 1942, sono arrivati i carabinieri con la ‘cartolina rosa’ per il papà che avrebbe dovuto andare in guerra. Aveva quarant’anni e tre figli piccoli… Per fortuna e per il fatto che lavorava alla centrale di Trezzo, posto strategico per la produzione di energia, riuscì ad ottenere l’esonero”. Ricorda ancora lo spavento e le lacrime della mamma Rita (1904), “una donna che ha intensamente vissuto l’amore per il marito e per i figli”. Avevano un orto bellissimo con ogni genere di verdura ed anche alcune piante da frutta per cui riuscivano a vivere dignitosamente. Allevavano anche conigli, piccioni e alcune galline che permettevano alla mamma di vendere le uova per recuperare qualche soldo. “Tutti i vestiti miei e dei miei fratelli erano fatti dalla nostra mamma”. Fra l’altro il papà, appena ne ebbe la possibilità, comprò per la sua famiglia d’origine la cascina ed il terreno dove suo padre con altri sette figli faceva il mezzadro.

Dopo le Medie, nel 1943, Angelo decide di entrare in Seminario a Seveso. I genitori, ai quali il prevosto di Trezzo era andato a comunicarlo, hanno condiviso la scelta.

 

Coadiutore a Maggianico

Viene ordinato sacerdote nel 1952 dal Card. Schuster (“Ho dovuto chiedere la dispensa perché non avevo ancora 23 anni”) ed inviato come coadiutore a Maggianico dove si ferma fino al 1967: “Anni bellissimi, all’oratorio venivano tutti i ragazzi che con me, oltre alle preghiere, hanno imparato a lavorare”. Con piccone, badile e carriola allargano il campo sportivo per renderlo regolare, costruiscono gli spogliatoi, mettono le luci ed organizzano i primi tornei serali cui partecipano varie squadre di Lecco e dintorni. “C’era anche una squadra di Calolziocorte, la Dinamo, espressione del circolo dei ‘compagni’. Per loro era anche propaganda per cui arrivavano in massa… Per fortuna in quegli anni mi dava una mano un caporeparto della Falk che dirigeva il torneo ed anche il servizio d’ordine… Si organizzava anche il cinema all’aperto… La festa dell’oratorio di Maggianico poi era un vero avvenimento e serviva anche a raccogliere fondi per altre attività senza chiedere nulla alla Parrocchia. Ricordo che un anno mio papà, tra il sabato e la domenica, ha venduto ben 5 q.li di gelato. Inoltre sempre papà Costantino nel ’52 - visto che il circolo comunista aveva un televisore - non volle essere da meno e ne comprò uno, un PHILIPS, anche per l’Oratorio…”.

E’ un fiume in piena don Angelo… “Occorre ricordare anche che con l’Oratorio di Maggianico abbiamo vinto il premio per il miglior carro (Pinocchio con la fata turchina e la balena) al Carnevale di Lecco organizzato da Renato Corbetta. E poi, sempre coi ragazzi ed anche con mio papà, che nel 1952 era andato in pensione ed era venuto a vivere qui a Maggianico, abbiamo fatto un campo da tennis in terra battuta. Il papà rullava il terreno ed anche la mamma passava con lo straccio per cui il fondo era sempre perfetto e venivano molti a giocare”.

 


Parroco a Pescate

Nel 1967 è nominato parroco e il giorno del suo insediamento attraversa il lago su una barca per fare il suo ingresso a Pescate dove rimane ben 26 anni fino al 1993. “Avevo 38 anni, ero parroco e quindi potevo fare quello che volevo…”. Non c’era l’Oratorio quindi decide di costruirlo. Chiama i capofamiglia e insieme decidono di portare avanti il progetto. Quando va in Curia a comunicarlo gli danno del matto: “Come li trovi 100 milioni di lire?” Ovviamente don Angelo non desiste e partono i lavori in riva al lago: a pian terreno l’asilo; sotto, al piano lago, l’oratorio maschile; al primo piano l’oratorio femminile e nella mansarda la casa delle suore. Alla fine costerà più di duecento milioni.. 

Ma in quegli anni c’era l’inflazione a due cifre… Il costo dell’idraulico, Dell’Oro Peppino, che sono riuscito a saldare solo dopo 10 anni, era decuplicato. Però il signor Dell’Oro, che ringrazio ancora assieme all’Impresa Todeschini ed altri, mi ha fatto pagare con i prezzi del preventivo…” Costruito con materiali di prim’ordine, tutti i vetri infrangibili per motivi di sicurezza, serramenti in Douglas, finiture molto curate: un oratorio bellissimo. “Quando, in occasione dei 200 anni dalla nascita di Alessandro Manzoni, ho invitato a Lecco il Card. Martini, avevo organizzato per la sera l’attraversamento in barca, su una Lucia*, da Pescarenico a Pescate, che si trova proprio di fronte. Un Addio Monti con la luna e il Resegone che si riflettevano nel lago… Vedendolo dalla barca il Card. Martini mi ha detto che era l’oratorio più bello della Diocesi”.

A Pescate in quegli anni, con alcuni giovani e meno giovani, e con don Luigi Stucchi, direttore del Resegone, aprono Radio Grignetta (dopo alcuni passaggi ora è Radio Marconi) negli anni settanta e successivamente acquistano tre frequenze per attivare dei canali televisivi: “Erano gli anni in cui Berlusconi stava occupando tutto lo spazio delle frequenze radiotelevisive e noi abbiamo inventato TeleMonteBarro (poi ceduta a Telenova). Gli avvocati di Berlusconi ci mandavano lettere di diffida perché dicevano che disturbavamo i loro canali… Purtroppo non abbiamo avuto il sostegno di altri preti e del Card. Colombo che non hanno capito l’importanza di avere una televisione per le famiglie, buona, semplice, educativa, non ecclesiastica. E così le televisioni ‘private’ hanno distrutto il senso della famiglia. E i cattolici sono stati assenti…”.

Don Angelo mi sollecita a ricordare “Non puoi non scriverlo…” la mobilitazione che coinvolse tutta Pescate negli anni ottanta quando, in occasione dei Campionati Mondiali di Sci Alpino del 1985 in Valtellina, fu inaugurato il Terzo Ponte e tutto il traffico da e per la Valtellina si riversò su Pescate. Don Angelo, assieme all’Amministrazione Comunale di Pescate (Bonifacio e Maurino Nava in primis) fu tra i più attivi del Comitato che si era costituito per sollecitare le autorità a trovare una soluzione… “C’erano già stati molti incidenti, anche mortali, a Pescate, e non si poteva accettare tale situazione. Siamo andati dalle varie autorità e ci fu alla fine la decisione di fare il Tunnel del Monte Barro” che sarebbe poi stato completato ed inaugurato nel 1999.

Nel 1993 propongono a don Angelo di lasciare la Parrocchia: “Con la testa e con la ragione capivo che era giusto ma emotivamente per me è stato un colpo al cuore. Non riuscivo neppure a spiegarlo ai miei parrocchiani che mi chiedevano perché andassi via… Mi sono sentito svuotato… Mi hanno mandato alla Parrocchia di Ruginello di Vimercate per un anno sabbatico. Ho avuto vicini alcuni compagni del Circolo, ex operai della Falk e della Breda, comunisti della prima ora, che al mattino quando passavo mi invitavano a prendere un ‘bianchino’ ma poi mi raccontavano anche i loro problemi. Per Pasqua alcuni mi hanno chiesto se potevo confessarli… ed erano anni che non lo facevano. Uno di loro, il Marchìn, tolse dal portafoglio un’immaginetta della Madonna e mi confidò che lui, tutte le sere, recitava tre Ave Maria”.

L’anno successivo, incontra ad Olginate il parroco don Luigi per parlargli di una parrocchiana di Pescate che avrebbe dovuto sposarsi nella sua parrocchia. Probabilmente don Luigi, conoscendo l’entusiasmo e l’esuberanza di don Angelo, si accorge del periodo triste che sta attraversando e gli propone di dargli una mano con la Casa di Riposo, con gli ammalati, in parrocchia ed anche a Consonno per celebrare la Messa la domenica. Si sposta quindi ad Olginate dove rimane per ventun’anni fino al 2015 quando si trasferisce a Maggianico.

 

Ma non abbiamo ancora parlato di Brunino…

Già quando era a Maggianico come coadiutore, don Angelo organizzava d’estate, coi ragazzi dell’oratorio e con gli animatori, delle giornate di esercizi spirituali in montagna, ai Piani di Bobbio, a Campodolcino, ai Resinelli, dove riusciva a trovare una base d’appoggio.
Con alcuni giovani comincia a pensare ad una struttura in montagna e l’idea si rafforza quando diviene parroco a Pescate. Ma la spinta decisiva la offre il fratello don Eugenio, diventato prete (“el pastur dei béé” - vero pastore delle pecore, diceva la mamma) e a sua volta molto attivo coi giovani e i ragazzi per i quali organizzava campeggi estivi. Ma con le tende, quelle spartane di allora non quelle attrezzate di oggi, col brutto tempo era sempre un problema.
Insieme propongono al papà di comperare qualche baita in montagna (‘na casìna de ‘ndà a técc). Non troppo lontano da Lecco perché non si poteva lasciare la Parrocchia, per cui abbandonano l’idea del Trentino e della Val d’Aosta, che pure piacevano. Comincia la ricerca: a Bobbio ma anche verso Valtorta “dove il sindaco era entusiasta e ci propose una soluzione, ma la strada da Bobbio era brutta e dalla Val Brembana troppo lunga; anche l’ipotesi Morterone, dove la famosa sindaca Mistica Invernizzi ci avrebbe accolto con favore fu scartata per la lunghezza della strada; una residenza ai Resinelli, in mezzo ad altre case, non offriva sufficiente tranquillità…
Finalmente il geom. Rossellini ci propose delle baite a Brunino (dove già aveva acquistato delle baite il signor Umberto Pellizzari) oppure il ‘dopolavoro’ a Cornisella, fra l’altro ad un costo inferiore. Andiamo a vedere: mentre siamo a Cornisella sentiamo benissimo il rombo di un motorino che transita sulla provinciale… ma noi cercavamo il silenzio… Quel giorno poi dalla Grigna scendeva un vento freddo… Andiamo verso Brunino e appena scollinati sull’altro versante troviamo silenzio, tranquillità ed una temperatura piacevole senza un filo d’aria. All’istante, col papà, decidiamo per Brunino: anche se il costo era maggiore, ne valeva la pena”.

 

La Regina delle Grigne

Acquistata la prima baita (cascina Margherita per ricordare la mamma) don Eugenio inizia a frequentarla coi suoi ragazzi dell’oratorio: “Salivano ovviamente a piedi, zaino in spalla, e dormivano sul fienile. Nella legnaia avevano messo un gabinetto ma per l’acqua occorreva scender fino ad una piccola sorgente”.

Un periodo pionieristico in cui sono iniziati anche i lavori di ristrutturazione all’interno, perché non si voleva modificare l’esterno, e il rifacimento con la coibentazione del tetto. Oggi ci sono 8 bagni con 25 posti letto nella cascina e altri 10 nella “succursale”. Per avere uno spazio coperto sia per giocare sia per le celebrazioni, viene sistemato anche il porticato, abbellito con una bellissima vetrata artistica, protetta da due vetri infrangibili. Quest’opera - disegnata dal pittore Longaretti e realizzata dalla Ditta Peresson - rappresenta la Madonna, Maria Regina.

Ma le esigenze di spazi aumentano perché i ragazzi che salgono a Brunino sono sempre più numerosi e così negli anni ‘80 decidono di acquistare un’altra baita lì vicino cedendo: baita Costantino in ricordo del papà. Anche questa, ristrutturata, offre altri 25 posti letto con 6 bagni. Nel frattempo nel terreno circostante si attrezza un campo di pallavolo e un campetto di calcio, mentre la legnaia viene ristrutturata come un piccolo chalet per 10 posti. 

Brunino è ormai meta fissa dei ragazzi e delle famiglie di Bornago, dove è parroco don Eugenio, ma anche dei ragazzi e delle famiglie di Pescate dove è parroco don Angelo. “A ferragosto poi salivano i volontari della Parrocchia ed era veramente una festa per tutti; si iniziava al mattino con un buon caffè, poi la celebrazione della Messa ed il pranzo in compagnia”. Con gli anni ‘90 iniziano ad ospitare anche altri gruppi oratoriani e famiglie di altre Parrocchie che, sempre in autogestione, vivevano a Brunino esperienze significative di vacanza, confronto e riflessione. “Quando veniva don Paolo Alliata faceva l’esposizione del Santissimo nella cappellina e durante il giorno i ragazzi andavano a pregare e scrivevano i loro pensieri su un quadernetto, mentre la notte i giovani si alternavano per l’adorazione”.

Anche i preti del Decanato di Lecco, con don Busti, per diversi anni si incontravano a Brunino per l’ultimo incontro dell’anno pastorale.

Viene costituita l’Associazione “Regina delle Grigne”, affiliata al Centro Italiano Turismo Sociale, con un proprio Consiglio Direttivo (di cui è Presidente don Angelo) e con la parte amministrativa e organizzativa affidata al nipote Costantino, figlio di Peppino, che prima gestiva un’agenzia di viaggi a Lecco.

Importante è conservare sempre lo scopo educativo dei soggiorni a Brunino, per arrivare magari anche ad un centro aperto tutto l’anno non solo per le vacanze”.

Mediamente in un anno si accolgono oltre cinquecento persone, soprattutto ragazzi e adolescenti ma anche genitori e famiglie. Anche per quest’anno si sono già prenotati diversi gruppi soprattutto per giugno e luglio. “Pure i ragazzi dell’oratorio di Pasturo ogni anno salgono con don Antonio per una giornata di allegria e di riflessione”.

Ma adesso le cose sono notevolmente cambiate rispetto agli anni scorsi... “I ragazzi di oggi sono come quelli di quarant’anni fa’ giocano, litigano, si divertono, pregano… A loro piace fare anche un’esperienza di vita bella, semplice e naturale. Da noi c’è l’autogestione per cui imparano a collaborare, a darsi da fare per aiutare nelle varie faccende di casa e nelle pulizie. Sono molto cambiati invece i genitori; non vogliono che i figli salgano a piedi, dovrebbe arrivare il pullman davanti alla casa, dovrebbe esserci una strada accessibile per un’eventuale ambulanza o per i pompieri… Anche molti preti vorrebbero tutte le comodità… In effetti però, senza arrivare ad alcuni eccessi, il problema della strada è reale e spero che col Comune si possa trovare un accordo per migliorare la situazione

                                                                                                                                                                                                                                       Guido

 *E’ la tipica barca manzoniana

 

 

 

IL GRINZONE n.78