UNA STORIA LUNGA 100 ANNI              81 corpomusica2

 

Il corpo musicale “Bruno Colombo” di Pasturo quest’anno ha raggiunto il traguardo dei 100 anni di fondazione, anche se lo Statuto venne redatto il 1° ottobre 1923.

 

LA NOSTRA STORIA

Nel corso dell'anno 1922 un gruppo di giovani volenterosi, desiderosi di socializzare e di dare vita ad un'attività nuova per il paese, che come tutto il resto della nazione veniva dalle tragedie e dalle sofferenze della grandguerra, e aveva voglia di rinnovarsi e ripartire, volle provare a dar vita a un corpo musicale.

81 Corpo musica3Sulle ali dell'entusiasmo per questa nuova associazione il 1° ottobre 1923 viene data ufficialmente vita al corpo musicale "Giuseppe Verdi" di Pasturo con la stesura di uno statuto sottoscritto da 27 fondatori maggiorenni più 5 minori di vent’anni (allora si era maggiorenni a 21 anni).

L'attività del corpo musicale accompagnava quelli che erano i momenti importanti della vita del paese: inaugurazioni, processioni del Corpus Domini e della Madonna della Cintura, cortei.

Allora c’era il corteo del 4 novembre, sempre con gran partecipazione e che si tenne fino alla fine degli anni ‘70, quando la festa fu abolita. Questa data era anche l'occasione per festeggiare Santa Cecilia, patrona della musica, la cui festa cadeva proprio in quel mese il giorno 22.

L’attività fu interrotta durante il periodo bellico (seconda guerra mondiale) e riprese dopo il 1945 con il presidente Merlo Ferdinando

Negli anni del secondo dopoguerra entrò nel programma il corteo del 25 aprile, anniversario della Liberazione e ricordo di partigiani e soldati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il 31 gennaio 1953 viene consegnata ufficialmente ai musicanti la prima divisa.

Nello stesso anno il corpo musicale di Pasturo cambia nome: da “Giuseppe Verdi” a “Bruno Colombo”, a ricordo di un nostro giovane concittadino tragicamente scomparso.

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Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60 iniziano poco a poco ad entrare a far parte del repertorio delle bande musicali dei brani di musica leggera, che segnano l'inizio di un timido cambiamento delle esecuzioni, prima improntate su un repertorio prettamente classico.

1962: si festeggia il 40° di fondazione.

Il maestro era Giuseppe Scaioli e il presidente il cavaliere Ettore Ticozzi, che mantenne questo incarico fino al 1983 e dal 1984 al 1986 come presidente onorario.

Nel 1967 la guida della banda fu affidata al maestro Gianstefano Dell'Oro, che collaborò con la banda fino all'estate dell’anno 2000, dopo ben trentatré anni di attività. A lui va il nostro doveroso ricordo ed un sentito ringraziamento.

Sabato 26 novembre 1977 presso la chiesa parrocchiale di Sant'Eusebio a Pasturo, in occasione della festa di Santa Cecilia, con la presenza della madrina signora Pina Mauri, madre di Bruno Colombo, viene benedetto il gagliardetto del corpo musicale.

Anno 1978. Finalmente entrano a far parte del corpo musicale le prime ragazze: Ticozzi Lorena, Ticozzi Marzia, Comini Patrizia e Prandi Nadia.

Anno 1984. Acquisto e introduzione della prima batteria. Questo è un segno di un adeguamento ai cambiamenti che riguardano il repertorio che le bande hanno la possibilità di proporre grazie ai primi arrangiamenti di pezzi in stile moderno. 
Nel corso dell'anno 1984 assumeva la carica di presidente l’architetto Antonio Mazzoleni, già vicepresidente dal 1973, che mantenne la carica con grande entusiasmo fino al 2001.

Nell’anno 2001 viene affidata al maestro Alberto Giudici di Molteno la direzione del nostro complesso bandistico, che ancora collabora con noi e al quale va il nostro più sentito grazie!

81 Corpo musica6Nel corso dell'anno 2007, in occasione dell' 85° di fondazione, il corpo musicale si cimenta nella realizzazione del suo primo CD audio. Un sentito ringraziamento va anche all’amico Gigi Orlandi per la sua preziosa collaborazione e che purtroppo ci ha lasciato nel 2019.

Nel settembre 2009 assume la carica di presidente il signor Franco Vizzardi, che la manterrà fino a maggio 2019.

Nel 2016 viene realizzato un concerto dal titolo “La Valsassina in musica… un viaggio tra storia e immagini del territorio” ispirato dal romanzo storico di Antonio Balbiani del 1871 “Lasco il bandito della Valsassina”, dove la nostra musica faceva da colonna sonora alle immagini della Valsassina e al racconto di un narratore.

Nel 2017 si festeggia il 95° di fondazione, organizzando un concerto sulla storia del musical, abbinando sempre musica e immagini dei corrispettivi film.

Nel 2019 assume la carica di Presidente il professore di musica Sgrò Alberto.

Nello stesso anno viene effettuato un concerto dal titolo “Il magico mondo Disney” basato sulle colonne sonore dei classici Disney, dove la nostra musica ha accompagnato spezzoni dei relativi film d’animazione.

Siamo arrivati all’anno 2022 e per festeggiare i 100 anni di fondazione si sono organizzate alcune iniziative particolari rispetto alle solite esibizioni.

Sabato 25 giugno, infatti, è stato effettuato un concerto dei giovani del nostro gruppo nel suggestivo anfiteatro naturale della Rocca di Baiedo.

Sabato 23 luglio è stato organizzato un “concertone” presso il campo sportivo dell’oratorio nel quale è stato proposto un excursus dei vari generi musicali che la nostra banda ha proposto al suo pubblico in tutti questi anni di attività.


 

Il nostro corpo musicale compie cento anni: é per noi un traguardo storico e memorabile, che deve essere uno stimolo per continuare con rinnovato entusiasmo nel proporre la nostra musica ed accompagnare gli eventi del nostro paese e ovunque verremo chiamati a suonare.

Pensate che dall’anno 1990 ad oggi hanno fatto parte del nostro corpo musicale ben 110 musicanti e attualmente siamo in 35.

Ci sembra doveroso ricordare i nostri vice maestri che si sono succeduti nel corso di questi cent’anni e che sono stati anche istruttori di giovani allievi: Platti Giuseppe, Doniselli Giovanni, Arrigoni Ambrogio, Invernizzi Ambrogio.

Il nostro attuale vice maestro è Invernizzi Ignazio.

È più che mai dovuto un grande, sentito e se vogliamo commosso ringraziamento a tutti i musicanti che nel corso di questi 100 anni si sono impegnati per dare il loro prezioso contributo per la vita del nostro gruppo fino a raggiungere questo importante traguardo dei Cento Anni di attività. Grazie a tutti!

 

                                                                                                             Lorena e Ignazio

 

 IL GRINZONE n.81  

 

 

 

  



 

IL "CIRCO BIANCO" DIETRO LE QUINTE

 

Tutti noi vediamo alla televisione e (chi più chi meno) ci appassioniamo alle gare di sci che - neve permettendo - accompagnano la stagione invernale: il Circo Bianco. Ma “dietro le quinte” c’è un mondo che vive, lavora, programma… 
Una gradevole conversazione con Gabriele Colombo, 45 anni, pasturese doc, ci aiuta a capire.


Gabriele segue la Coppa del Mondo di sci alpino da ormai cinque anni, da metà ottobre a fine marzo, nelle varie tappe. Tutta l’organizzazione fa riferimento alla FIS mentre Infront Sports & Media1, coordina diversi progetti. In particolare

Gabriele fa parte del Team del progetto AUDI FIS SKI WORLD CUP che, con la sponsorizzazione del marchio AUDI, per ogni gara deve predisporre la Start House (il “muro” di partenza degli atleti), l’Arco di Arrivo, l’Exit Gate (per l’uscita degli atleti dal campo gara), il Podio per la premiazione e lo spazio per le interviste.

Tutte queste “strutture” marchiate AUDI sono trasportate con tre furgoni che devono arrivare i giorni precedenti la gara nella località prevista e gli addetti devono a quel punto, e in tempo utile, scaricare, assemblare, posizionare, costruire, e - dopo la gara - smontare, caricare i furgoni e partire per la tappa successiva. Sembra tutto facile, un lavoro quasi di routine ma non è così: un podio ben posizionato che permette, anche quando vi salgono gli atleti, di vedere bene i loghi degli sponsor, fa la differenza e a volte si tratta di spostamenti di pochi centimetri… Oppure l’altezza dell’Arco di Arrivo in funzione dei raggi del sole che a volte non permettono la ripresa degli atleti… Sono piccole attenzioni che, se si lavora bene e in collaborazione con tutti, danno soddisfazione, anche perché ci sono quelli che le notano…

Questo nelle situazioni di normalità perché ci sono spesso degli imprevisti: dall’annullamento della gara per mancanza o eccesso di neve, allo spostamento del cancelletto di partenza, sempre per problemi metereologici… Durante lo svolgimento della gara poi si deve collaborare con i giudici di gara e con i tecnici FISI per diverse incombenze, dalla verifica degli sci utilizzati dagli atleti alla consegna di alcuni pettorali come quello rosso per il leader…

C’è così la possibilità di girare il mondo, di vedere le più belle località di montagna dove si pratica lo sci. La Coppa del Mondo 2022/2023 avrà inizio a Sölden, in Austria, il 22 ottobre e si concluderà il 19 marzo 2023 a Soldeu, in Andorra, toccando oltre 30 altre località per le gare maschili e femminili, da quelle più note come Garmisch-Partenkirchen (Germania), Wengen e Adelboden (Svizzera), Kitzbühel e Schladming (Austria), Bormio, Val Gardena, Alta Badia e Madonna di Campiglio in Italia, fino a Lake Louise (Canada), Aspen (USA). Quest’anno, per la prima volta, si gareggerà anche a Cervinia. E non è detto, si sussurra nell’ambiente, che si presenti l’occasione per qualche gara addirittura negli Emirati Arabi a Dubai


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Certo il lavoro è pesante e, per certi aspetti, richiede la massima attenzione e concentrazione, ma ci sono anche dei momenti liberi e la possibilità di scendere su piste famose, fare dello sci alpinismo nelle foreste canadesi o correre sulle spiagge norvegesi offre significative soddisfazioni. Come pure la possibilità di conoscere atleti famosi, sia in campo maschile che femminile, i loro allenatori, i giornalisti, insomma tutto il mondo del Circo Bianco che a volte si ritrova negli stessi alberghi…

In particolare ci sono atleti famosi che mantengono una normalità di rapporti umani certamente apprezzabile, come ad esempio Peter Fill, ben due medaglie iridate e tre volte campione del mondo di discesa ed ora allenatore, che nota ed apprezza anche il lavoro degli altri.

Gabriele ricorda la bellissima tripletta azzurra in campo femminile (Curtoni, Bassino, Brignone) il 25 gennaio 2020 a Bansko (Bulgaria), poco prima del periodo COVID…

In effetti il Circo Bianco non si è fermato ma certo ha subito notevoli restrizioni negli ultimi due anni. Hanno dovuto far riferimento alle famose “bolle” (così come in alcune scuole…): gruppi stabili di collaboratori che potevano spostarsi insieme dall’albergo al campo gara e ritorno, senza altri contatti e con tampone ogni tre giorni; ovviamente se positivi o dubbi si entrava in “quarantena”.



E’ molto interessante osservare, ci tiene a sottolineare Gabriele, come in altre nazioni (come l’Austria o la Svizzera) eventi che richiamano moltissime persone anche in paesi relativamente piccoli (a Garmisch o Kitzbühel ad esempio si parla di oltre 20.000) abbiano una organizzazione perfetta: non ci sono macchine che intasano le strade perché tutte devono fermarsi prima e accedere solo con bus navetta; non si può “alzare il gomito” e riprendere la propria macchina perché prima di uscire dai parcheggi si fa l’alcoltest; non ci sono rifiuti in giro altrimenti si viene subito multati ecc. Forse in Italia da questo punto di vista c’è ancora molto da imparare…

Una nota divertente per chiudere: appena finito di montare il palco per la conferenza stampa, a Bansko (Bulgaria), Gabriele e i suoi compagni di lavoro si sono seduti dietro il tavolo ed hanno improvvisato una conferenza stampa coi giornalisti che ponevano loro le domande… concludendo con una sonora risata collettiva.

 

                                                                                                                                 Guido



IL GRINZONE n.80



 

 



 

PASTURO OSPITA L'UCRAINA

 

Circa vent’anni fa la mia famiglia ed io abbiamo voluto rendere partecipi i lettori di questo giornale di un’esperienza di ospitalità rivolta ad un bambino ucraino. Si trattava di un “soggiorno terapeutico” in seguito al disastro nucleare avvenuto a Chernobyl.

Il piccolo Yuri venne in Italia tre volte instaurando con noi un forte legame affettivo. L’Associazione che si occupava di tali soggiorni, ci mandava i bambini fino al 14° anno di età e poi basta. Per questo i suoi soggiorni da noi si sono interrotti. Abbiamo cercato di mantenere i contatti con lui attraverso le lettere ma in quel tempo (sembra preistoria) non era per nulla facile trovare qualcuno che traducesse la nostra corrispondenza né per noi né per lui. E così piano piano ci siamo inevitabilmente “persi” anche se non si è mai interrotto l’affetto che ci legava.

Quando abbiamo iniziato a “padroneggiare” i social media, ci siamo di nuovo cercati e finalmente siamo riusciti a ritrovarci su facebook. Nonostante la barriera linguistica sia ancora un forte ostacolo, da qualche anno abbiamo ripreso a comunicare fra noi. Yuri ora ha una moglie, Irina, e un bellissimo bambino, Artem.

Purtroppo tutti conosciamo i tragici eventi che hanno travolto l’Ucraina in quest’ultimo periodo…
Non appena è iniziata la guerra a noi è sembrato naturale dire loro di venire qui. All’inizio hanno rifiutato (non è facile lasciare tutto, lavoro, famiglia, affetti e amicizie…) ma quando la situazione è precipitata e si è fatta particolarmente pericolosa, Yuri ha deciso di “mettere in salvo” la moglie e il figlio accettando di mandarli da noi. E così, dopo un lungo e faticoso, a volte anche pericoloso viaggio, sono giunti a Pasturo.

Assieme ad Artem, Irina è accompagnata anche da una nipote, Victoria, con la piccola Eva. Per loro questa non è una vacanza ma si sono innamorati del nostro paese e delle nostre montagne. Sono grate di poter far vivere serenamente i loro bimbi in questo momento difficile. Yuri invece è rimasto in Ucraina ed è sempre nei nostri pensieri e tutti noi speriamo di rivederlo presto. Preghiamo perché tutto questo orrore finisca. 

                                                                                                                 

                                                                                    Ambrogina

 


 


Le due mamme ucraine, Irina e Victoria, con Artem ed Eva, hanno trovato accoglienza presso la Scuola d’Infanzia “Antonia Pozzi” di Pasturo, nell’appartamento prima occupato dalle Suore e messo a disposizione dal Consiglio di Amministrazione dell’asilo di cui è Presidente don Antonio.

Assieme ad un’interprete, la signora Natalia che ringrazio, le incontro un pomeriggio…


Provengono da NIGHYN, una cittadina di circa 70.000 abitanti a nord di Kiev. Irina, 23 anni, sposatasi con Yuri nel 2018, ha un figlio, Artem, di tre anni. E’ stato il marito ad insistere perché si allontanasse dalla sua città, occupata dai soldati russi. In Ucraina, oltre al marito, ha lasciato i genitori, tre fratelli e due sorelle. Una di loro, la maggiore, è la madre di Victoria che è venuta con lei in Italia con la figlia Eva di tre anni.

Quest’anno Irina stava progettando col marito di venire a Pasturo in vacanza per ritrovare la famiglia di Ambrogina… ma le cose sono purtroppo andate diversamente. Il viaggio, o meglio la fuga dall’Ucraina, è stato difficoltoso e pericoloso, soprattutto per raggiungere Kiev, con un pullman scortato dai militari. A Kiev hanno preso il treno per la Polonia dove sono giunti di sera in una stazione affollata senza sapere cosa fare… C’erano delle suore disponibili ad accogliere nel loro monastero chi giungeva dall’Ucraina, in attesa che si potessero organizzare i trasferimenti nei diversi Paesi europei. Dopo due giorni le due mamme coi loro figli sono riuscite a prendere un autobus diretto in Italia, destinazione Roma. Da qui col treno fino a Milano dove ad attenderli c’era Dario, il marito di Ambrogina, che li ha portati a Pasturo.

Si trovano molto bene qui, ringraziano per l’accoglienza ma si rendono conto di creare difficoltà agli altri che le stanno aiutando. Artem ed Eva hanno iniziato a frequentare la scuola materna: il bambino va molto volentieri ed ha ben socializzato con gli altri bambini mentre Eva, dopo una quindicina di giorni, ha preferito stare con la mamma: “Anche in Ucraina voleva spesso stare a casa e giocare da sola e con i suoi elefanti di cui è innamorata” dice Victoria. In effetti anche ora ha un elefante di pelouche in braccio…

Vorrebbero rientrare in Ucraina ma sia Yuri che il marito di Victoria non vogliono: “Nella nostra città ora non ci sono più i soldati russi ma ogni tanto arrivano ancora dei missili che provocano distruzione e c’è il timore che possano ricominciare i bombardamenti. Appena iniziata la guerra, alla fine di febbraio, un missile aveva centrato, molto vicino alla nostra casa, l’aeroporto e la stazione dei vigili del fuoco”.

 

                                                                                              Guido

                                                                 

IL GRINZONE n.79

 

 

 



 

ALPINI SEMPRE PRESENTI...

 

Un anno importante il 2022 per gli Alpini del nostro territorio: in coincidenza dei 150 dalla Fondazione dell’ANA, la sezione di Lecco celebra i 100 anni e il Gruppo Alpini di Pasturo i 90.
Lo scorso 9 luglio il paese è stato festosamente “invaso” dai militari del Battaglione “L’Aquila”, inquadrato nel 9° Reggimento della Taurinense, presente anche con la Fanfara all’inaugurazione del monumento dedicato al Milite Ignoto. Domenica 11 settembre sono stati invece ricordati i novant’anni della costituzione del Gruppo, nel 1932, con madrina la poetessa Antonia Pozzi.
Abbiamo chiesto al Marco Magni, Presidente della Sezione ANA di Lecco, un contributo.


 


Carissimi lettori del Grinzone, un caro saluto da parte mia e del Consiglio della Sezione di Lecco. Con piacere condivido con tutti Voi alcuni pensieri inerenti le attività di questo anno 2022, dei nostri Gruppi Alpini e della nostra Sezione ANA di Lecco. 
Un anno intenso di attività che vedono coinvolti non solo i 71 Gruppi che compongono la nostra amata Sezione, ma che riguardano tutto il territorio lecchese. 
Emozioni, ricordi e soprattutto memoria, sono gli elementi che ogni qualvolta partecipiamo ad un evento ci coinvolgono e fanno breccia nei nostri cuori.
Dalle attività dei campi scuola, dove abbiamo vissuto giornate stupende e meravigliose insieme ai nostri ragazzi, prima presso Villa Grugana nel comune di Calco e poi al rifugio Cazzaniga-Merlini ai piani di Artavaggio.
Proseguendo con le nostre attività non possiamo non citare la presenza del 9° Reggimento Alpini Battaglione “L’Aquila” proprio in Valsassina, la Cerimonia di ricordo del Centenario di Fondazione della nostra Sezione di Lecco, il 27 Luglio in città a Lecco. Siamo poi saliti, il 4 settembre, ai Pian delle Betulle dove è avvenuto l’avvicendamento del Comandante del Battaglione Morbegno.


Ora ci prepariamo a vivere il 22 e 23 ottobre le cerimonie in città a Lecco col Raduno del 2° Raggruppamento ANA delle Sezioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
Un anno intenso e importante per tutti, come dicevo prima, a partire dai nostri Alpini, dalle nostre Amministrazioni, dalle nostre Associazioni territoriali Lecchesi, per arrivare alla gente, quella che tutti i giorni anima le nostre comunità, la gente semplice e umile, i nostri anziani e i nostri giovani, tutti INSIEME, a percorrere il sentiero tracciato dai nostri “Vèci”.
Abbiamo il sacrosanto dovere di stare uniti, di prenderci per mano, di camminare con intenti comuni, da sempre baluardo e pilastri portanti della nostra società e della nostra Italia.


A Pasturo non posso non ricordare la giornata di inaugurazione della Piazza dedicata al Milite Ignoto: quel pomeriggio ricordo la presenza di tanta gente che insieme agli Alpini ha condiviso momenti intensi di emozioni e di festa con anche il carosello della Fanfara della Brigata Taurinense che ha concluso una giornata indimenticabile.
Tutti noi ci siamo poi uniti agli Alpini del Gruppo di Pasturo per vivere, l’11 settembre, la cerimonia del 90°Anniversario della Fondazione del Gruppo locale: a loro il nostro Grazie per la presenza viva e concreta, a tutti i Capigruppo che hanno guidato questa “famiglia” che dopo novanta anni, riparte con vigore ed entusiasmo.

A voi tutti cari lettori, il mio grazie sincero e sentito dal cuore per il sostegno che sempre ci dimostrate nel portare avanti quei valori che i nostri “Vèci” hanno lasciato come impegno e testimone per un’Italia sempre migliore.

Avanti con forza e coraggio.

 

                                                                                                                                             Marco Magni                                                                                                                                        Presidente Sezione ANA di Lecco                            



IL GRINZONE N.80



 



 

CASA DELLA COMUNITA' OCCASIONE (DA NON PERDERE)

PER UNA REALE INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA

 

Da qualche mese a questa parte si sente parlare, sempre più spesso, di Case della Comunità come luoghi che dovrebbero garantire, in modo diverso e più vicino ai cittadini, la tutela della salute.

La pandemia e i lunghi periodi di lockdown e isolamento hanno reso ancor più evidente il ritardo della medicina territoriale, il concentrarsi dei servizi, ormai in tutti i campi, in luoghi specializzati, spesso lontani dall’abitazione. IL GRINZONE ha già dedicato una riflessione su questo tema e sull’importanza di tornare a servizi di prossimità in campo scolastico, sociale, sanitario, commerciale. Tutti ricordiamo l’importanza dei negozi e delle farmacie locali, dei medici di base, dei servizi sociali dei comuni e delle reti di volontariato in questi quasi due anni di paura.

 

Le Case della Comunità (inizialmente una ogni 50.000 abitanti per poi passare a una ogni 25.000) sono state previste dal PNRR e dalla riforma sanitaria proprio con l’intento di strutturare forme di presidio e sostegno alla salute in modo diffuso. Una scelta necessaria e importante che deve però fare i conti con un sistema fortemente stressato: carenza di specialisti, medici in pensione che non vengono sostituiti, carenza di infermieri e personale socioassistenziale. Errori di programmazione e di valutazione avvenuti nel passato che mettono oggi in difficoltà la possibilità di realizzare, a breve, quanto previsto.


 

Nel nostro territorio provinciale il tema è stato affrontato con un lavoro comune che ha visto impegnati il Distretto di Lecco (Ambiti di Bellano, Lecco e Merate), gli ordini professionali di Medici e Infermieri, Federfarma, la Coop. di Medici COSMA, Confcooperative dell’Adda, Centro Servizi per il Volontariato e, naturalmente, ASST Lecco e ATS Brianza. Il Documento che ne è scaturito, “Case di Comunità, una proposta per il Distretto di Lecco” insieme a proposte operative ha posto attenzione al metodo di lavoro e ai significati attraverso i quali andare a costruire un modello originale, evitando di replicare passivamente indicazioni nazionali che, necessariamente, vanno interpretate localmente per diventare efficaci.

 

Casa per noi tutti ha un significato preciso, è il luogo di riferimento prioritario, il posto dove ci sente a proprio agio, sicuri, accolti. Uno spazio vissuto in cui si entra senza timori, nostro.

 

Casa della Comunità: se le parole hanno un senso, ed è importante che si torni a ridare senso alle parole e agli impegni, la Casa della Comunità non può che essere un progetto costruito dentro a un territorio in modo rispettoso, a partire dalla conoscenza dei bisogni reali, tenendo conto dei dati di salute, delle caratteristiche socioeconomiche, dei mezzi di trasporto, cioè di quei servizi e realtà presenti in un territorio, possibili alleati per tutelare la salute in modo diffuso.

 

Cosa dice la norma

Le disposizioni nazionali e regionali prevedono nelle Case di Comunità la presenza, in particolare, dei Medici di base associati per garantire un ampio orario di copertura di servizi, dei medici specialisti con la possibilità di servizi diagnostici anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie (come la telemedicina); come pure la presenza degli infermieri e degli operatori sociali dei comuni. La visione di fondo che ispira la norma prevede, infatti, che le Case della Comunità siano un luogo di coordinamento e raccordo di servizi al cittadino e non solo un luogo fisico di esclusiva erogazione di interventi.

 

Cosa Si prevede nel nostro territorio

In questa prima fase sono previste otto Case di Comunità in provincia: Olgiate Molgora (recentemente inaugurata), Casatenovo, Merate, Calolziocorte, Oggiono, Lecco, Bellano e Introbio che è l’unica realtà dove era stata avviata la prima esperienza di PreSST. La struttura che abbiamo immaginato per il nostro territorio è quella rappresentata nel grafico.

  

Queste nuove realtà devono essere viste non tanto come “strutture fisiche” ma come luoghi integrati per la programmazione di servizi” che hanno anche una funzione di “regia” sulle attività che vengono svolte sul territorio di pertinenza.

 

Si apre in questo modo la possibilità di attivare percorsi di continuità assistenziale a sostegno della domiciliarità, cioè permettere alle persone di essere assistite rimanendo nella propria casa e mantenendo quelle relazioni e quei rapporti di vicinato che salvaguardano e tutelano la qualità della vita. La Casa di Comunità deve poi collegarsi con i diversi servizi sociosanitari già presenti nel proprio territorio (Farmacie, RSA, RSD, CDD, CDI, SAD…), che possono garantire interventi integrativi e di supporto, a maggior ragione in una situazione di carenza di specialisti.

 


In una fase iniziale si prevede l’avvio di alcuni servizi principali:

 

ATTIVITA’ MEDICA


Cure Primarie e Medicina di Famiglia. Nelle Case di Comunità devono trovare spazio gli ambulatori medici di medicina generale, così da avere un’ampia copertura di orario continuando però a garantire il presidio di tutto il territorio in modo coordinato.

Ambulatori di Medicina Specialistica. ambulatoriale. Sono un elemento essenziale della Casa di Comunità: considerata l’attuale difficoltà a reperire medici specialisti, è verosimile che nelle prime fasi vengano garantite attività di consulto “a distanza”, grazie alle nuove tecnologie di telemedicina, teleconsulto, telerefertazione.

Farmacie dei Servizi. L’importanza delle Farmacie come presidi della salute e riferimento per i cittadini è evidente, sia in termini di prevenzione, educazione sanitaria, orientamento del cittadino, prenotazione di visite ed esami, consulenza base. Le Farmacie saranno pertanto un terminale importante per collegare la CdC al territorio

 

ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE


Infermiere di Famiglia e di Comunità. È una nuova figura professionale, collegata alle Case di Comunità, che interviene nella erogazione di cure infermieristiche complesse, nella promozione e prevenzione della salute a livello individuale, familiare, dei contesti di comunità. Un’aspettativa importante riguarda il presidio degli interventi nella scuola in favore degli alunni più fragili.

Infermiere di rete/Infermiere della Medicina Generale. Sono professionisti che hanno come riferimento il Medico di Medicina Generale, spesso già presenti in molti territori (come nel presidio di Introbio), e che potranno svolgere una funzione integrativa con gli interventi della Casa di Comunità.

 

SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI - ASSISTENTE SOCIALE  

L’integrazione con l’area sociale è uno degli obiettivi del nuovo sistema per garantire l’unitarietà degli interventi che riguardano la persona e la famiglia. In questo senso gli operatori sociali dei Comuni con le loro modalità operative dovranno sviluppare i propri interventi in relazione con la Casa di Comunità, per evitare che sociale e sanitario continuino a percorrere strade parallele. I Comuni (singoli e associati) possono inoltre svolgere un ruolo fondamentale nel coinvolgimento dei diversi Servizi presenti sul territorio (RSA, CDD, RSD ecc.) e delle reti di volontariato per costruire una risposta ampia a bisogni che richiedono tempi e interventi rapidi, decentrati e vicini ai luoghi di vita.

Uno strumento fondamentale sarà rappresentato dal Punto Unico di Accesso o Punto di Accoglienza che non dovrà essere solo uno ‘sportello’ ma un momento di effettivo ascolto della domanda del cittadino e di orientamento e supporto. Anche qui è fondamentale una stretta collaborazione fra gli enti sanitari e i Comuni.

 


Come immaginiamo si possa lavorare

Per realizzare veramente gli obiettivi della riforma è importante costruire momenti di partecipazione e di confronto con tutti i soggetti interessati e garantire informazioni puntuali e momenti di ascolto dei cittadini.

Sarà imortante allora prevedere in ogni territorio, quindi anche in Valsassina, un gruppo ristretto, congiuntamente coordinato da ASST e dai referenti dell’Assemblea dei Sindaci, che insieme ai Medici di Medicina Generale possa elaborare un progetto specifico per questo territorio, a partire dalla normativa generale e dal documento predisposto dal Distretto.

Presso il Distretto di Introbio si tratta pertanto di razionalizzare le risorse e i servizi già esistenti; incrementare la presenza e la responsabilità dei Medici di Medicina Generale che già vi lavorano; poter disporre di nuove figure professionali, da una parte gli infermieri di famiglia e dall’altra i Medici specialisti; e soprattutto comunicare con chiarezza ai cittadini quali servizi si svolgono presso la Casa di Comunità con l’attenzione costante anche alle richieste che gli stessi cittadini pongono.

 

                                                                                                       Ruggero Plebani


IL GRINZONE n.79