PASTURO OSPITA L'UCRAINA
Circa vent’anni fa la mia famiglia ed io abbiamo voluto rendere partecipi i lettori di questo giornale di un’esperienza di ospitalità rivolta ad un bambino ucraino. Si trattava di un “soggiorno terapeutico” in seguito al disastro nucleare avvenuto a Chernobyl.
Il piccolo Yuri venne in Italia tre volte instaurando con noi un forte legame affettivo. L’Associazione che si occupava di tali soggiorni, ci mandava i bambini fino al 14° anno di età e poi basta. Per questo i suoi soggiorni da noi si sono interrotti. Abbiamo cercato di mantenere i contatti con lui attraverso le lettere ma in quel tempo (sembra preistoria) non era per nulla facile trovare qualcuno che traducesse la nostra corrispondenza né per noi né per lui. E così piano piano ci siamo inevitabilmente “persi” anche se non si è mai interrotto l’affetto che ci legava.
Quando abbiamo iniziato a “padroneggiare” i social media, ci siamo di nuovo cercati e finalmente siamo riusciti a ritrovarci su facebook. Nonostante la barriera linguistica sia ancora un forte ostacolo, da qualche anno abbiamo ripreso a comunicare fra noi. Yuri ora ha una moglie, Irina, e un bellissimo bambino, Artem.
Purtroppo tutti conosciamo i tragici eventi che hanno travolto l’Ucraina in quest’ultimo periodo…
Non appena è iniziata la guerra a noi è sembrato naturale dire loro di venire qui. All’inizio hanno rifiutato (non è facile lasciare tutto, lavoro, famiglia, affetti e amicizie…) ma quando la situazione è precipitata e si è fatta particolarmente pericolosa, Yuri ha deciso di “mettere in salvo” la moglie e il figlio accettando di mandarli da noi. E così, dopo un lungo e faticoso, a volte anche pericoloso viaggio, sono giunti a Pasturo.
Assieme ad Artem, Irina è accompagnata anche da una nipote, Victoria, con la piccola Eva. Per loro questa non è una vacanza ma si sono innamorati del nostro paese e delle nostre montagne. Sono grate di poter far vivere serenamente i loro bimbi in questo momento difficile. Yuri invece è rimasto in Ucraina ed è sempre nei nostri pensieri e tutti noi speriamo di rivederlo presto. Preghiamo perché tutto questo orrore finisca.
Ambrogina
Le due mamme ucraine, Irina e Victoria, con Artem ed Eva, hanno trovato accoglienza presso la Scuola d’Infanzia “Antonia Pozzi” di Pasturo, nell’appartamento prima occupato dalle Suore e messo a disposizione dal Consiglio di Amministrazione dell’asilo di cui è Presidente don Antonio.
Assieme ad un’interprete, la signora Natalia che ringrazio, le incontro un pomeriggio…
Provengono da NIGHYN, una cittadina di circa 70.000 abitanti a nord di Kiev. Irina, 23 anni, sposatasi con Yuri nel 2018, ha un figlio, Artem, di tre anni. E’ stato il marito ad insistere perché si allontanasse dalla sua città, occupata dai soldati russi. In Ucraina, oltre al marito, ha lasciato i genitori, tre fratelli e due sorelle. Una di loro, la maggiore, è la madre di Victoria che è venuta con lei in Italia con la figlia Eva di tre anni.
Quest’anno Irina stava progettando col marito di venire a Pasturo in vacanza per ritrovare la famiglia di Ambrogina… ma le cose sono purtroppo andate diversamente. Il viaggio, o meglio la fuga dall’Ucraina, è stato difficoltoso e pericoloso, soprattutto per raggiungere Kiev, con un pullman scortato dai militari. A Kiev hanno preso il treno per la Polonia dove sono giunti di sera in una stazione affollata senza sapere cosa fare… C’erano delle suore disponibili ad accogliere nel loro monastero chi giungeva dall’Ucraina, in attesa che si potessero organizzare i trasferimenti nei diversi Paesi europei. Dopo due giorni le due mamme coi loro figli sono riuscite a prendere un autobus diretto in Italia, destinazione Roma. Da qui col treno fino a Milano dove ad attenderli c’era Dario, il marito di Ambrogina, che li ha portati a Pasturo.
Si trovano molto bene qui, ringraziano per l’accoglienza ma si rendono conto di creare difficoltà agli altri che le stanno aiutando. Artem ed Eva hanno iniziato a frequentare la scuola materna: il bambino va molto volentieri ed ha ben socializzato con gli altri bambini mentre Eva, dopo una quindicina di giorni, ha preferito stare con la mamma: “Anche in Ucraina voleva spesso stare a casa e giocare da sola e con i suoi elefanti di cui è innamorata” dice Victoria. In effetti anche ora ha un elefante di pelouche in braccio…
Vorrebbero rientrare in Ucraina ma sia Yuri che il marito di Victoria non vogliono: “Nella nostra città ora non ci sono più i soldati russi ma ogni tanto arrivano ancora dei missili che provocano distruzione e c’è il timore che possano ricominciare i bombardamenti. Appena iniziata la guerra, alla fine di febbraio, un missile aveva centrato, molto vicino alla nostra casa, l’aeroporto e la stazione dei vigili del fuoco”.
Guido
IL GRINZONE n.79