Voce di donna

 

Io nacqui sposa di te soldato.

 

So che a marce e a guerre

lunghe stagioni ti divelgon da me.

 

Curva sul focolare aduno bragi,

sopra il tuo letto ho disteso un vessillo –

ma se ti penso all'addiaccio

piove sul mio corpo autunnale

come su un bosco tagliato.

 

Quando balena il cielo di settembre

e pare un'arma gigantesca sui monti,

salvie rosse mi sbocciano sul cuore:

che tu mi chiami,

che tu mi usi

con la fiducia che dai alle cose,

come acqua che versi sulle mani

o lana che ti avvolgi intorno al petto.

 

Sono la scarna siepe del tuo orto

che sta muta a fiorire

sotto convogli di zingare stelle.

 

   18 settembre 1937