UNA LAGO A PASTURO? (seconda parte)
Non sappiamo se la storia di Pasturo e della Valsassina sarebbe stata migliore o peggiore se il progetto delle dighe si fosse realizzato: certamente sarebbe stata una storia molto diversa.
Ma la riflessione che vorrei proporre è un’altra: di fronte ad un’ipotesi, ad un progetto, prese avvio un dibattito, un confronto in cui ciascuna delle parti portava le proprie idee, le proprie opinioni motivate.
La rivista “LECCO” pubblicò un numero monografico sulla vicenda del lago in Valsassina; “Il Popolo di Lecco”(foglio vicino al regime ndr.) proponeva in quegli anni diversi articoli contro il progetto “Semenza”. Il 25 giugno 1942 un articolo, accompagnato da un’immagine del pittore Piero Todeschini, era firmato dal Dott. L. Formigoni e rispondeva ad un intervento di Carlo Ferrario riportato sullo stesso settimanale l’11 giugno, dal titolo “Semenzerie”. A quest’ultimo articolo rispondeva pure il progettista , Ing. Semenza, querelando il giornale che, tuttavia, non se la prendeva più di tanto, anzi… lo considerava un “Invito a nozze”.
Di fronte ad un problema così rilevante, che non interessava un solo Comune ma tutta la Valle, i Comuni decisero di unirsi e di presentare un “Atto di opposizione” per il quale venne incaricato l’Avvocato Roberto Pozzi, rappresentante della Valsassina nel Consiglio Provinciale delle Corporazioni di Como. “Il popolo di Lecco” di giovedì 2 luglio 1942 riportava nelle prime due pagine il testo di tale memoriale, la cui lettura testimonia l’attaccamento degli Amministratori al territorio, la condivisione delle preoccupazioni e delle aspettative della gente, la forza ideale di pensare e di rappresentarsi il futuro. Riportiamo di seguito alcune osservazioni riferite in particolare al primo “invaso”, quello di Pasturo.
LA RELAZIONE TECNICA
Il memoriale contesta da subito la relazione tecnica sotto il profilo della viabilità: “Si dovrà spostare a monte la strada provinciale che si vorrebbe far passare sopra Baiedo facendola ridiscendere con alcuni tornanti nel territorio di Introbio. Che ciò allunghi notevolmente il percorso e che tutta l’altimetria ne risulti perturbata, con conseguente difficoltà e rincaro nei trasporti, non ha importanza per il progettista. E nemmeno egli si accorge che la zona retrostante il colle di Baiedo, dove si dovrebbero costruire i tornanti, è tutta a Nord e non riceve mai un raggio di sole: con le ovvie conseguenze per il transito invernale dei carri e dei veicoli”.
GLI ESPROPRI
Si contestano anche le stime riferite agli espropri nel territorio di Pasturo, per i quali il progettista parlava “della sommersione di un’ampia zona di pascolo e di un certo numero di case coloniche, la grande maggioranza delle quali non è abitata se non d’estate. Inoltre la sommersione di una fornace non più in funzione e del Cimitero di Pasturo che si dovrà spostare a quota più elevata”. Replica in proposito l’Avv. Pozzi: “Di pascoli propriamente detti nel fondovalle di Pasturo non ne esistono: bensì esistono prati e marcite a coltura rotativa che assicurano 4 e anche 5 tagli annuali; ed esistono pure gli orti. Quel certo numero di case coloniche è esattamente di 78; a molte di esse è annessa la stalla e case e stalle costituiscono la sede abituale degli allevatori e delle rispettive mandrie, e non semplicemente una dimora o sosta estiva come spropositando afferma il progettista”.
Rispetto alla fornace non più in funzione Pozzi precisa che “da alcuni mesi, da quando cioè vige il divieto di nuove costruzioni (eravamo in guerra – ndr), questa fornace ha sospeso il lavoro. Ma è una sospensione temporanea: mentre si tratta di un’impresa importante la quale fornisce tegole e mattoni non solo per il mercato locale ma anche per quelli di Lecco, della Brianza e dei paesi lacuali. Proprio accanto alla fornace poi, lungo la provinciale, il frettoloso visitatore non vede il grande portico comunale destinato alle annuali mostre zootecniche della Provincia di Como con l’attiguo vastissimo campo di raccoglimento del bestiame; testimonianza eloquente di quell’essenziale interesse che non per la Valsassina soltanto ma per la Provincia e per il Paese rappresenta l’allevamento. Il cimitero di Pasturo poi: i valori morali e religiosi non dicono nulla al progettista. … Il Cimitero non conta come non conta la Chiesetta di sant’Andrea, allo stesso annessa, protetta dal vincolo della Soprintendenza ai Monumenti, certamente preesistente al 1343”.
I RISCHI GEOLOGICI
A questo punto il memoriale prende in considerazione la relazione geologica (che ricorda per le troppe analogie i problemi che hanno portato alla tragedia del Vajont). Il progettista (l’Ing. Semenza) si era avvalso dell’opera del geologo Dal Piaz dell’Università di Torino il quale parlava di “fessurazioni e fratture sul fianco destro e di fessure sul fianco sinistro della Chiusa di Introbio”. Ed ancora di “una dislocazione tettonica che dal lato destro continuerebbe sul lato sinistro”. Ma, conclude il professionista: “Tale dislocazione sembra però trovarsi troppo a Nord per poter esercitare una influenza sfavorevole nella zona interessata dallo sbarramento”. L’Avvocato Pozzi scrive che, stanti così le cose, “con sorpresa si leggono allora le conclusioni nelle quali viene espresso parere favorevole sia per ciò che riguarda la stabilità dello sbarramento sia per quanto riguarda la permeabilità dell’invaso”.
Si contesta infine, cifre e conti alla mano, anche la relazione finanziaria (troppo lunga per essere riportata), e si avanzano preoccupazioni circa la possibile alterazione del clima ed il pericolo della malaria.
LE CONCLUSIONI
Ed ecco determinata e chiara la conclusione del Pozzi: “La Valsassina non vuole e non può morire. Ricca di una civiltà millenaria, laboriosa, sobria, fedele alla terra, pronta ai richiami della Patria, alla quale ha sacrificato 353 dei suoi figli mentre la sua migliore gioventù trovasi sotto le bandiere nell’attuale conflitto, la popolazione valsassinese attende silenziosamente e tenacemente ai suoi compiti di collaborazione per la vittoria comune. …(era necessario questo “adeguamento” al regime ndr.) I Comuni ricorrenti non vogliono nemmeno prendere troppo al tragico questo progetto perturbatore … al contrario essi ne hanno tratto argomento per un’affermazione di fede e per un proposito di nuove iniziative destinate ad assicurare lo sviluppo avvenire delle concrete possibilità economiche e turistiche della Valle".
Per mandato dei Comuni
Avv. Roberto Pozzi
28 giugno1942 – XX
G.A.
Il GRINZONE n.1