da KINSHASA (Repubblica Democratica del Congo)

 

Quando il Corona virus stava invadendo l’Italia e l’Europa, pensavo che qui a Kinshasa (Africa ) non si sarebbe diffuso, ma solo lì come una delle solite influenze. Invece ben presto ci sono stati dei Congolesi che, rientrando dalla Francia, hanno trasportato il virus che ha agito come in Europa, tanto che in pochi giorni ci sono stati 15 morti.  

Il 19 marzo è stato dichiarato lo stato di emergenza con chiusura delle scuole, delle chiese, delle principali attività commerciali e socioculturali e applicazione delle misure di sicurezza: lavaggio frequente delle mani, uso della mascherina, distanziamento sociale. Ma il virus si è trovato in una situazione disperata e per poter sopravvivere e lasciar vivere si è trasformato perdendo di tanto la sua virulenza.

Come ha reagito la popolazione? Il senso di paura si è diffuso, ma dovendo scegliere se morire di virus o morire di fame, osservando tutte le misure di sicurezza, la gente ha continuato il mercato giornaliero e gli espedienti quotidiani lottando per vivere. Si sono registrati contagi, curati a domicilio e in ospedale, quando era necessario; si sono fatti tamponi, ci sono stati guariti e anche dei decessi. L’ultimo bollettino del 25 luglio dava questi dati: 8.844 positivi, 208 morti, 5.700 guariti; dei positivi ben 7.459 erano a Kinshasa che ha una popolazione di 12.000.000 mentre il Congo conta 99.000.000 di abitanti.

Interessante è notare che a Kinshasa sono stati colpiti i quartieri abitati da gente benestante, mentre negli altri, dove la povertà può diventare miseria, il virus non si è manifestato. Sappiamo che la Repubblica democratica del Congo è classificata fra i paesi più poveri del pianeta, nonostante le ricchezze minerarie del sottosuolo siano ingenti, ma depredate dalle grandi potenze con la complicità delle autorità locali.

Tanti interrogativi e riflessioni, ma la principale è che in breve tempo la popolazione mondiale si è trovata unita da questo virus e incapace di vincerlo nonostante i progressi della scienza. Non è forse un richiamo del Creatore alla sua più grande creatura perché sappia agire secondo le leggi meravigliose che reggono il creato in modo armonioso?

 

                                                                                                     Graziosa


IL GRINZONE n. 72