da LONDRA (Regno Unito)
Il 2020 è stato un anno sicuramente eccezionale, con una pandemia che ha colpito tutto il mondo, da Pasturo a Londra. Io infatti il Covid-19 l'ho vissuto nella capitale britannica, dove vivo da ormai più di due anni. Perciò eccomi qui a raccontare la mia piccola esperienza, legata ovviamente a quella del Regno Unito.
Come ben sappiamo, il tutto è iniziato a febbraio/marzo, con le prime notizie di questo virus cinese. Un qualcosa che sembrava totalmente lontano, e probabilmente destinato a sparire in poco tempo, o almeno a rimanere circostanziato nel territorio asiatico.
Lavorando per un’azienda internazionale, ma di proprietà appunto cinese, abbiamo vissuto fin da subito gli effetti del Coronavirus, tramite i feedback dei colleghi orientali e le notizie riguardo a Wuhan.
Nel frattempo, arrivavano pure le notizie dai parenti e dagli amici in Italia, e nel giro di pochi giorni abbiamo iniziato a capire la gravità della situazione.
Mentre per il Regno Unito il lockdown è iniziato più tardi, per la nostra azienda è iniziato contemporaneamente all’Italia, ovvero il 9 marzo. Fortunatamente il mio tipo di lavoro permette di lavorare da casa, quindi l’azienda ha pensato bene di chiudere velocemente gli uffici e mandarci in autoisolamento nelle nostre abitazioni.
Londra e il Regno Unito in genere hanno adottato misure un po’ in ritardo, tentando metodi alternativi, per poi arrendersi al lockdown. Io e miei colleghi italiani, vivendo anche la situazione della nostra penisola, abbiamo da subito adottato misure più preventive e “drastiche”, cercando di uscire di casa il meno possibile per evitare di peggiorare la situazione.
Qui, come in Italia, per molta gente l’isolamento e la quarantena sono stati problematici per quanto riguarda il lavoro. Come già detto, io ho avuto la fortuna di poter continuare a lavorare senza grossi problemi, e ormai mi sono abituato al cosiddetto Work From Home (letteralmente, lavoro da casa). Ed è un bene, visto che io e i miei colleghi non torneremo in ufficio almeno fino a febbraio 2021, per misure preventive.
Davide Invernizzi
IL GRINZONE n.72