GIOIA, SPERANZA, FEDE

 

Nell’estate in cui avrei dovuto decidere cosa fare del mio futuro, le domande che mi rimbombavano in testa erano: chi sono io? Cosa posso offrire al mondo? Cosa voglio davvero? Ma soprattutto come potevo trovare una risposta senza aver mai provato ad uscire dal mio piccolo e comodo mondo?

Così per rispondere a tutte queste domande ho deciso di mettermi alla prova prendendo parte a una Missione con i frati cappuccini di Lecco. Con altri 14 ragazzi coetanei e non, appena conosciuti, il 24 luglio sono partita per il Camerun, senza sapere cosa mi aspettasse ma con tanta voglia di mettermi in gioco. Dopo quasi due giorni di viaggio di cui 10 ore sulle fantastiche strade africane sono arrivata a Toket, la prima tappa del viaggio itinerante che mi avrebbe portato a vedere diverse aree del paese dalla parte francofona a quella anglofona.

 La mia esperienza di volontariato consisteva principalmente nell’animazione dei bambini delle parrocchie, anche le più sperdute, create dai frati con l’obiettivo di costruire uno spazio sicuro dove i bambini potessero passare la loro vacanze giocando e divertendosi.

La prima cosa che mi ha stupito è stata l’accoglienza ricevuta al nostro arrivo: un affetto e un calore che hanno sovrastato la stanchezza del viaggio. È incredibile come delle persone mai viste che parlavano una lingua diversa dalla mia siano riuscite a farmi sentire immediatamente a casa.

Ripensando a quest’esperienza la cosa che più mi è rimasta nel cuore e a cui ho pensato di più sono stati i rapporti umani; dai frati che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio ai bambini incontrati anche solo per poco tempo. Era incredibile il contrasto tra la povertà che mi circondava e la gioia sul volto di quelle persone che sono riuscite a farci sentire un vero regalo per loro: perché anche solo la nostra presenza, o dei semplici palloncini, era per loro di grande importanza.

Tra noi e loro sin da subito si è creato un bellissimo rapporto fondato sulla curiosità reciproca di conoscersi e sull’assenza totale di pregiudizi, nessuna aspettativa, nessun filtro e nessun bisogno di essere qualcuno di diverso da se stessi. Ero partita con la speranza di trovare dentro di me grandi risposte che ho trovato nelle persone che riuscivano a farmi sentire così speciale tanto da avere la sensazione che ogni conoscenza e ogni singolo dialogo arricchisse sia me che l’altra persona.

Abbiamo poi avuto occasione di partecipare attivamente alla vita dei villaggi in cui siamo stati, partecipando a messe, matrimoni e spettacoli organizzati dai ragazzi più grandi che ci hanno trasmesso una gioia, una speranza e una fede immensa.

Quest’entusiasmo e questa gioia sono stati trasmessi anche al nostro gruppo che subito è diventato compatto e unito e questo ha permesso di affrontare con serenità le diverse difficoltà incontrate lungo la strada perché devo ammettere che adeguarsi a una realtà così semplice, per noi che siamo abituati a comodità e ricchezza, non è sempre stato molto facile. Imparare a lavarsi con i secchielli di acqua fredda, non avere acqua corrente e corrente elettrica a tutte le ore del giorno o dormire su un materasso per terra ha richiesto un po’ di spirito di adattamento.

Da quest’esperienza mi porto sicuramente nel cuore “l’amore gratuito verso l’altro” dimostrato in primis dai frati che stanno dedicando la loro vita agli altri. In alcune testimonianze hanno raccontato i loro progetti come la realizzazione di una casa per malati psichiatrici completamente gratuita in cui le famiglie possono lasciare le persone invece che abbandonarle in strada e il lavoro che in prima persona svolgono nelle carceri per cercare di dare una dignità ai carcerati che vivono in condizioni veramente estreme, cercando di costruire impianti di fognatura e laboratori per preparare, soprattutto i ragazzi, a una professione da praticare una volta scarcerati.

Non so se forse ho ricevuto tutte le risposte che mi aspettavo, ma sicuramente ho ricevuto tanta gioia e soprattutto consapevolezza della nostra fortuna a cui molto spesso non diamo la giusta importanza.

                                                                                                                                                                                                                                    Elisa

 


IL GRINZONE n.88