UN ANNO ALL'ESTERO
Durante il secondo anno del liceo linguistico, venni a conoscenza della possibilità di frequentare il quarto anno all’estero. L’anno scolastico all’estero, conosciuto anche come Exchange Year o High School Program, consiste nel frequentare la terza o la quarta superiore presso una scuola all’estero, sia per un intero anno scolastico, ma anche solo per un trimestre o un semestre.
Il Ministero dell’Istruzione riconosce questa esperienza formativa e ti permette il rientro nel tuo regolare percorso di studi. In alcuni casi è addirittura possibile diplomarsi all’estero!
Decisi di affrontare questa esperienza perché mi è sempre piaciuto viaggiare e conoscere nuove culture. Mi affidai a un’agenzia in quanto né la scuola né lo Stato organizzano queste attività. Durante i colloqui a settembre, l’agenzia mi consigliò come meta l’America, in quanto ha una cultura molto differente da quella europea. Durante i mesi successivi l’agenzia italiana ha presentato la candidatura ad un’altra agenzia americana la quale si è occupata di trovare la famiglia, e la scuola, in quanto è la famiglia che sceglie lo studente e non viceversa.
Molte persone mi hanno chiesto le motivazioni di questa mia scelta e la mia risposta è che questa avventura non solo ti permette di imparare una nuova lingua ma ti stimola anche ad avere una crescita personale e diventare indipendente.
Finalmente il 10 agosto 2022 sono partita dall'aeroporto di Linate per una delle avventure più belle e significative della mia vita. Dopo uno scalo veloce a Madrid e 10 ore di volo, arrivai a New York, dove trascorsi tre giorni con ragazzi provenienti da tutta Europa che, come me, erano emozionati e pronti a vivere per un anno in America.
La mattina gli educatori ci spiegarono come la vita in America funzionasse, le regole che dovevamo rispettare e come riuscire ad ambientarci al meglio a scuola e con la host family. Il meglio però fu al pomeriggio: in gruppo visitammo la città mentre ci confidavamo le nostre aspettative e soprattutto i vari timori.
Non dimenticherò mai tutti i bei discorsi e le belle persone incontrate, e devo dire di essere stata molto fortunata, infatti con molti di loro sono ancora in contatto e stiamo programmando una Reunion sempre a New York.
Dopo tre giorni presi di nuovo l’aereo… direzione California, Sacramento.
La mia futura casa si trovata nella città di Nevada City ed era a circa a un’ora da Sacramento, la capitale. All’atterraggio ero veramente stanca e avevo super paura di conoscere la mia nuova host mum. Purtroppo dovetti aspettare un’ora prima del suo arrivo, fu un tempo interminabile, non sapevo cosa fare, dove andare ed ero veramente esausta. Finalmente arrivò la mia host mum e in quel momento mi presentai pure alla ragazza spagnola con la quale dovevo condividere la stanza. La prima cosa che feci fu andare al McDonald, anche se erano le 2 del mattino.
Il 15 agosto iniziai la scuola. Ero emozionantissima, mi sembrava di essere in un film: c’erano i pullman gialli, tutti i ragazzi sembravano vestiti in pigiama in quanto nella loro cultura non danno peso all’abbigliamento.
La mia scuola era molto grande, però la voce della nuova ragazza italiana si sparse molto velocemente… A volte dei ragazzi si fermavano a parlarmi e mi chiedevano di uscire per scoprire di più sulla mia cultura. Devo ammettere che è stato molto difficile entrare in un gruppo di amici perchè gli americani, in generale molto aperti a parlare e molto gentili, però allo stesso tempo sono molto chiusi con le amicizie.
Fortunatamente diventai subito amica di una mia coetanea, Aila, che a febbraio decise anche di ospitarmi perché dovetti cambiare famiglia.
Purtroppo con la prima famiglia mi sono trovata veramente male: ho resistito fino al 15 febbraio quando fui buttata fuori di casa. Dovetti andare una settimana a casa del mio supervisore in cerca di una nuova famiglia. Dato che non si riuscì a trovare nessuna famiglia disponibile, la mia amica e la sua famiglia decisero di ospitarmi a casa loro anche se avevano già sei figli. Con loro mi trovai benissimo: mi aiutarono sempre a migliorare come persona e anche con l’inglese e in più mi diedero la possibilità di viaggiare “un sacco” e praticare nuovi sport come il softball,la palla nuoto e il football americano. Durante lo spring break andai in Portorico con loro e prima di partire mi portarono a Los Angeles a vedere le sue bellissime spiagge. Ritornando allo sport devo dire che è veramente importante nella scuola americana, ci sono tantissimi sport super diversi tra loro e molto interessanti. Io mi iscrissi a tanti di essi, non solo per smaltire tutte le calorie mangiate nei fast food, ma anche per fare nuove amicizie.
La scuola americana è molto diversa da quella italiana: dà molta meno importanza allo studio sui libri e per essere promosso alla classe successiva devi partecipare anche ad attività sportive e di altro genere. Ad esempio io ho partecipato a classi di cucina, fotografia e psicologia. Le scuole sono attrezzate al meglio per svolgere tutte queste materie e preparare lo studente per il futuro in quanto ha la possibilità di capire cosa gli piacerebbe fare.
Devo ammettere di aver pianto veramente tanto prima di partire, perchè dovevo lasciare una parte di me e la mia famiglia; ho trovato però anche una seconda famiglia che mi ha voluto super bene, che mi ha fatto conoscere una nuova cultura e crescere un sacco; una host sister e migliore amica che mi ha aiutato nei momenti più difficili e strappato sempre un sorriso.
Il 29 giugno tornai in Italia e dopo 11 mesi abbracciai di nuovo la mia famiglia. Un’emozione unica.
Colgo anche questa occasione per ringraziare i miei genitori, per avermi permesso di fare questa bellissima esperienza ma soprattutto per avermi supportato anche nei momenti di difficoltà, perché certe volte l’unica cosa che mi serviva era la voce di una persona cara.
Grazie mille family.
Alessia Orlandi
IL GRINZONE n.84