Esempi

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  “Anima, sii”: Un imperativo deciso, forte, categorico, che non viene dalla ragione, ma sfionda dal cuore, dall’anima, senza premesse, se non quella della poesia che precede questa nella cronologia della scrittura e che s’intitola Rossori. In questa, Antonia, parlando dei bambini che la vedono entrare e chiudere il cancello della sua casa a Pasturo, dice di sentirsi “morire di vergogna […] / davanti alle loro animette / di passeri liberi, avvezzi / ad entrare, ad uscire / dagli uscioni sgangherati / delle vecchie cascine … E certo, la poetessa, non intende riferirsi ad una libertà fisica, materiale o contingente, quanto, piuttosto, a una libertà tutta interiore, che diventa esteriore solamente nell’atto di viverla. “Anima, sii…”: al primo verso, a metà della prima strofa, all’inizio della seconda. E forse la ripetizione tradisce il timore del rischio, la paura di cedere, in un solo momento di debolezza, di sfiducia, al peso della vita.
  Perciò “Anima, sii come il pino”: esso non ha paura di affrontare l’inverno, il vento, la neve; esso ”non cede, non cede”. Terribile e illuminante lo spazio in cui il pino si trova a vivere la propria vicenda esistenziale : “bianca aria vuota”; che è come dire la solitudine più totale, il nulla, l’abbandono di cui il vento sembra volerlo convincere con le sue “parole”: in tutti i boschi tutte le foglie sono cadute: tu, che cosa pensi di poter fare? Resistere? Quella è la tua sorte, identica la tua fine; questa è la tua morte. Che pensi: di innalzarti verso le stelle? Di toccare il cielo con la tua cima? Sogni di pino; sogni di poeta! Non senti come ti schiaccia la neve verso la terra, come immolla i tuoi desideri, come ti gela l’anima?
  Ma “Anima, sii come il pino” : questo è il comando del cuore. Sii come il pino: protesa, senza timidezze, senza tentennamenti, senza ripiegamenti: nella “bianca aria vuota” c’è tutto lo spazio della libertà, c’è tutta la libertà, per torcersi nello spasimo della tensione spirituale, ma anche  per distendere i rami, per ricomporsi dopo la lotta, per sperare, per rifiorire all’arrivo della primavera, per ritornare a cantare la vita sopra il “nero suolo”, ora fiorito di “primule e giacinti azzurri”: gocce di sole, stille di cielo dopo la tormenta.
  “Anima, sii come la montagna”: tutta la poesia è giocata su due paragoni tratti dalla natura, quella natura che incantava Antonia con le sue grandezze nascoste nelle piccolezze; ed è tutta una metafora, sapientemente costruita anche nella suddivisione delle strofe: ventotto versi la prima, ventisette la seconda; due paragoni nella prima, due paragoni nella seconda; lotta – vittoria nella prima, lotta – vittoria nella seconda; prigionia – liberazione nella  prima, prigionia – liberazione nella seconda; morte – vita nella prima, morte – vita nella seconda. E’ un duello all’ultimo sangue: ma nessuno soccombe; solamente trionfa la libertà dello spirito e la sua forza.
  “Come la montagna”: la montagna è più forte del pino, ma anch’essa deve gettarsi nella lotta, deve misurarsi con l’ombra viola della valle, che sembra quasi inghiottirla, legarla alla terra con lacci invincibili. Ma quello stupendo “muto colloquio col sole” la salva, la libera da ogni tenebra, la riveste di “ splendore supremo”. E nubi splendenti “salgono da lei…libere, lente /…, sovrane/ al di là d’ogni tenebra, / come pensieri dell’anima eterna / verso l’eterna luce”. E’ nella luce, oltretutto definita “eterna”, acquistando così un valore simbolico fortemente connotato di senso spirituale e divino, che viene superata l’angoscia,  il rischio di cedere alle tentazioni insinuanti e striscianti di una impossibile lotta con le oscurità e le tragedie della vita. E’ là, in quel trionfo di sole e di splendore di nubi che salgono verso il cielo, quasi traendosi dietro la montagna, la risposta: la vita è sempre una vita oltre.
                                               

                                                                          Onorina Dino