IL VALORE DELLA MEMORIA

 

Debora Luku, residente a Pasturo, insieme alla sua classe, ha vinto il Concorso “I giovani ricordano la Shoah”, indetto dal Ministero dell’Istruzione.


I sopravvissuti alla Shoah oggi sono pochi e anziani, motivo per cui spetta a noi nuove generazioni trasmettere e raccontare la loro storia, l'orrore che hanno vissuto durante gli anni del nazismo e nei campi di concentramento, affinché tali episodi siano conosciuti e non si replichino nella storia dell'umanità. È stato questo uno dei messaggi fondamentali che ci sono stati trasmessi dalle due esperienze compiute durante questo anno scolastico.               

Durante la prima parte dell’anno scolastico, la mia classe (5a Liceo delle Scienze Umane dell'istituto Bertacchi), assieme ad un’altra 5a Liceo (indirizzo Economico-Sociale), ha partecipato al concorso, indetto dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, intitolato "I giovani ricordano la Shoah", per ricordare appunto il genocidio degli ebrei messo in atto dai nazisti durante gli anni quaranta del Novecento.


    


Abbiamo elaborato il “Memory wearing”, un gioco da tavolo le cui carte ricordavano alcuni dei pochi sopravvissuti alla Shoah, con diversi contenuti multimediali, fra cui una canzone scritta da un ragazzo dell’altra classe. Pochi mesi dopo abbiamo ricevuto la notizia di essere stati i vincitori del Concorso fra le scuole secondarie di secondo grado. Il "premio" consisteva in un viaggio di due giorni a Cracovia (10 -11 gennaio), con tappa al campo di concentramento di Auschwitz. La visita al campo è stata un’esperienza davvero toccante. Camminare lungo quel chilometro di terra, che milioni di ebrei hanno percorso meno di ottant'anni fa e dove milioni di esseri umani se ne sono andati uscendo dai camini delle camere a gas, è un’esperienza che ti fa capire davvero quanto crudele possa essere l'essere umano. Ti fa capire quali siano le conseguenze di un etnocentrismo radicale che tra i tanti innocenti ha colpito anche un grande numero di italiani.

La parte più toccante, dal mio punto di vista, è stata la visita del museo, ove sono raccolte, fra l’altro, tutte le valigie, le scarpe, gli utensili da cucina che sono stati sequestrati dai nazisti agli ebrei dopo essere arrivati al campo, illusi di doversi semplicemente trasferire alla ricerca di una vita migliore. La visita si è rivelata unica anche poiché colei che ci ha fatto da "guida", Tatiana Bucci, è una persona che all'età di soli sei anni è stata deportata assieme alla sorella in questo campo. Fortunatamente Tatiana e la sorella sono uscite dal campo, e non da quei disumani camini come molti loro coetanei, probabilmente (anche se la verità non si conosce) perché scambiate dal medico Josef Mengele per gemelle, e dunque utili per i suoi esperimenti.

Sia durante il primo giorno a Cracovia che durante la visita al campo di concentramento siamo stati accompagnati dall'odierno ministro dell'Istruzione italiano Giuseppe Valditara che, come vincitori del concorso, ha invitato una delegazione delle nostre classi a Roma, per partecipare alla celebrazione della Giornata della Memoria, presso la sede del Presidente della Repubblica.

Il 26 gennaio siamo partiti per Roma e il giorno stesso ci siamo recati presso la sede della Commissione Europea per la celebrazione del giorno della Memoria e visitare poi la capitale. La mattina successiva abbiamo raggiunto la sede del Quirinale, dove era stata organizzata la cerimonia della Giornata della Memoria, che prevedeva anche, nella Sala degli Specchi, la premiazione delle nostre classi, da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per il lavoro svolto.



Successivamente, mentre alcuni hanno assistito all’esibizione davanti al Presidente dello studente dell’altra classe, con la canzone “Come se fosse normale,” scritta appositamente per il concorso, gli altri hanno avuto la possibilità di visitare le sale del Quirinale.

Sempre durante la visita a Roma, abbiamo avuto la possibilità di incontrare e porre qualche domanda ad Edith Bruck, scrittrice ungherese naturalizzata italiana, sopravvissuta allo sterminio.

Come dicevo, queste due esperienze sono state davvero significative: il poter toccare con mano l'orrore del nazismo ti fa capire davvero l'importanza di far conoscere alle generazioni future questi grandi errori ed orrori, compiuti da parte di esseri umani verso l'umanità.

 

                                                                       Debora Luku

 

IL GRINZONE n.82