UNA NUOVA SCUOLA?

 

A Pasturo in questi mesi si parla molto della scuola. Il tutto era partito dalla necessità di adeguare l’edificio scolastico alle nuove norme antisismiche. Nel corso delle valutazioni l’Amministrazione Comunale ha ritenuto più opportuno, anziché intervenire sull’attuale struttura, prevedere la demolizione e la costruzione di un nuovo edificio. Ha partecipato ad un Bando previsto dal PNRR ed ha ottenuto un finanziamento di oltre 5 milioni di Euro.

Le opinioni su questa scelta sono diverse. Abbiamo ritenuto opportuno offrire ai lettori de IL GRINZONE la possibilità di sentire cosa ne pensano il Sindaco Pierluigi Artana e il Capogruppo di minoranza Marinello Manzoni.

 

L’Amministrazione Comunale nel corso dell‘anno 2019 ha avviato un’attività di progettazione e di studio, grazie anche all’importante contributo del Ministero dell’Interno a valere sui fondi per la progettazione e messa in sicurezza di edifici pubblici con la legge del 27 dicembre 2017, n° 205, per l’adeguamento sismico dell’edificio scolastico esistente “Andrea Orlandi”, per circa complessivi euro 63.000 di cui 50.000 dal Ministero dell’Interno e 13.000 di cofinanziamento Comunale. L’iter di progettazione si è concluso nel 2021 con l’assunzione da parte della Giunta Comunale della deliberazione n° 102 del 26/10/2021 di approvazione del progetto definitivo dell’opera, con previsione di demolizione dell’edificio esistente e ricostruzione in sito.

 

Perché si è ritenuto di demolire e ricostruire la scuola?

Si è analizzato la vulnerabilità sismica valutando la sua propensione a subire danni in funzione di sollecitazioni in conseguenza di un terremoto, ossia la capacità resistente che la struttura è in grado di esibire se soggetta ad azioni orizzontali quali quelle sismiche. Per cui è stato fatto uno studio e una ricerca dei documenti di costruzione originali, rilievi e indagini strutturali, analisi critica della struttura, modellazione strutturale, analisi dei risultati, e in ultimo possibili interventi di adeguamento. Da tutto questo è emerso che gli elaborati non erano completi e non riportavano l’armatura dei plinti di fondazione, di alcune travi e le armature dei pilastri; non c’era presenza di relazioni sui materiali, relazioni di calcolo e il collaudo emesso con alcune limitazioni. Dalle analisi è poi emerso che le fondazioni sono costruite da plinti isolati e cordoli sotto le murature, non si riesce a prevedere lo spostamento differenziale delle fondazioni per cui esiste la possibilità di un’amplificazione degli effetti provocati dal sisma per spostamenti alla base degli elementi portanti. Questa tipologia di fondazione a plinto isolata non è ammessa dalla NCT 18 in zona sismica. Invece per quel che riguarda i piani rialzati si evidenzia la presenza di telai monodirezionali, travi emergenti e ribassate di notevole altezza rispetto ai pilastri, pilastri snelli rispetto alle travi che sorreggono, mancanza di pilastri al piano primo del corpo 2, la trave di copertura del corpo 2 oltre alla copertura porta il solaio sottostante, barre longitudinali lisce ancorate con uncini all’estremità, la presenza di molto ferro agli appoggi porta a rotture di tipo fragile, non si ha infittimento delle staffe in prossimità degli appoggi, e sugli appoggi sono presenti solo armature a coprire il momento negativo, in caso di inversione del momento dovuto al sisma non ha sufficiente capacità di deformazione; dal collaudo strutturale risulta al secondo solaio un carico ammissibile di 250 kg/mq.

 

 

La nostra scuola ricade in classe III mentre, avendo al suo interno l’ambulatorio medico e la sede delle Protezione Civile Comunale, dovrebbe essere di classe IV. La sicurezza sismica, in base alla verifica condotta su diverse sezioni della trave, risulta in alcune travi meno di zero (la maggior parte compresa tra 0,1 e 0,8) quando il limite ottimale è fissato a 1,5. Per gli interventi di adeguamento bisognerebbe collegare le fondazioni al piano seminterrato all’intradosso del pacchetto pavimento vincolando correttamente le fondazioni, un irrigidimento dei solai con connettori a piolo e cappa di calcestruzzo per consentire la creazione di un piano sismicamente rigido che consenta di dichiarare i pilastri come elementi secondari sgravandoli dall’azione sismica, aumentare il collegamento del solaio alle murature portanti del corpo centrale, inserimento di setti sismici in cemento armato sismo-resistenti per assorbire l’intera azione sismica, rinforzare tutte le travi perimetrali che presentano problemi in fase statica e sismica con materiali fibro-rinforzati, inserimento di travi in acciaio all’intradosso dei solai per assorbire completamente le azioni sismiche, inserimento di rinforzo alle travi centrali di una nuova struttura portante nel corpo 2 che permetta di portare a terra i carichi derivanti del secondo solaio sgravando la trave di copertura, rinforzare i pilastri del seminterrato. Parallelamente a questi interventi dovranno essere eseguite opere di rimozione degli intonaci interni ed esterni le piastrelle, controsoffitti dagli elementi strutturali, demolizione in breccia di tavolati e controtavolati interni per liberare gli elementi strutturali rivestiti, demolizione di murature di tamponamento esterne ed interne per consentire gli interventi di rinforzo del solaio, demolizione totale della pavimentazione e del massetto del piano interrato per far posto alle nuove fondazioni, rimozione dei serramenti esterni per consentire il rinforzo delle travi, modifica e rifacimento degli impianti idrici termici ed elettrici interessati dalle opere di adeguamento strutturale. Oltre a questi interventi molto invasivi bisogna tener conto che devono essere messi in atto anche gli altri adeguamenti richiesti dalla normativa energetica, impiantistica e antincendio.

A fronte di tutto ciò bisogna anche tenere in conto l’adeguamento energetico su una scuola che oggi non è in grado di soddisfare; da qui nasce la riflessione di puntare gli sforzi su una nuova struttura con le aule adeguate al numero degli alunni, agli spazi di laboratorio per le attività scolastiche, a una mensa adeguata dove non serva uscire all’esterno per poterla raggiungere.

Ultima riflessione: dare la possibilità, in caso di una riforma scolastica delle primarie, di farsi trovare con un edificio nuovo con la possibilità di raddoppiare il numero degli alunni e far sì che, nella scelta di quali scuole accorpare, noi ci facciamo trovare con un edificio completamente nuovo e a norma di sicurezza con le normative vigenti per poi condurre a una riflessione ponderata di quali strutture scolastiche mantenere da parte degli enti preposti. Avere un edificio nuovo, mantenerlo all’interno del paese dando quella centralità di visione per i nostri ragazzi, vuol dire dare la possibilità di portare avanti la scuola per altri 100 anni.

Vuol dire dare una struttura sicura dove gli alunni possono passare parte del loro tempo e crescere grazie ad una istruzione migliore, con la possibilità di sviluppare progetti scolastici e extra scolastici ossia un’educazione a 360 gradi senza avere problemi di spazi.

 


Le informazioni tecniche riportate nel presente articolo sono estratte dal più ampio progetto definitivo redatto dalla Società S.r.l. di Monza e ci hanno permesso di arrivare alla scelta di demolizione e ricostruzione, non essendo sostenibile la spesa di ristrutturazione in funzione del risultato che si andrebbe a ottenere mantenendo la struttura vecchia. L’iter messo in moto dall’Amministrazione ci ha portato al progetto definitivo e con quello abbiamo partecipato alla raccolta del fabbisogno scolastico regionale triennale segnalando la necessità di intervento confluendo poi all’interno del PNRR con finanziamento concesso al Comune di Pasturo per la somma di euro 5.140.000 a fronte di un progetto definitivo di euro 5.700.000, comprendente anche la struttura provvisoria che verrà poi montata, dopo una lunga riflessione sulle varie opzioni proposte, nella zona dell’area della zootecnica.

Si prevede di incominciare i lavori a luglio 2023 per arrivare al collaudo nel 2026.  

 

Il Sindaco Pieluigi Artana

 


Ringraziamo innanzitutto “Il Grinzone”   per l’invito rivoltoci al confronto su un argomento di tanta importanza per la nostra Comunità.

Legittimo l’orgoglio che gonfia il petto dell’Amministrazione per aver ottenuto un finanziamento di rilevanza tale da andare ben oltre la misura corrente delle finanze comunali: a Lei il dovuto riconoscimento.

Ma son proprio entità e scopo del finanziamento ad imporre la necessità di più approfondite analisi e attente valutazioni, da cui emergono, sin da subito, legittime perplessità e fondati dubbi, che possiamo così riepilogare:

1)     Mancata condivisione preventiva dell’intervento con Comunità ed Enti vicini co-interessati

2)  Snaturamento della natura dell’intervento (da Adeguamento antisismico a Demolizione-ricostruzione)

3)   Sottovalutazione di disagi e rischi correlati per eventuale mancato rispetto dei termini di consegna

4)    Omessa valutazione di opzioni di intervento alternative più agevoli e meno onerose e rischiose

 

1)                 

Ampiezza e scopi dell’intervento necessariamente travalicano ambiti e confini comunali e per ciò stesso imponevano quantomeno un preventivo confronto e condivisione con le Comunità confinanti e con l’Istituto comprensivo scolastico, chiamati ad utilizzarne / governarne uso e gestione, così che, ad opere compiute, l’opera risulti se non del tutto inutile, quantomeno di scarsa utilità e/o poco utilizzabile.

Ma questo non pare sia stato fatto, ed il rischio rimane in tutta la sua incombenza!

Val ricordare il ben scarso tasso demografico di Pasturo (10 nuovi nati in un anno, se non erro), che già ora rende economicamente problematica la gestione delle strutture attuali (il nostro storico e beneamato “Asilo infantile A. Pozzi” in primis), tale addirittura da insinuare il fondato dubbio che nel prossimo futuro nemmeno permanga la possibilità di apertura di nuove classi di scuola primaria (il cui numero minimo di alunni, per legge, non può essere inferiore a 15 alunni / classe).

Rammentiamo che, già da ora, l’intera Valsassina, da Taceno a Pasturo, è stata unificata in un unico Istituto scolastico comprensivo con sede a Cremeno. È davvero fondato l’auspicio che lo stesso prenda nuova sede in Pasturo o che vi trasferisca ulteriori gradi di studi solo perché munito di un nuovo più ampio edificio? È così sicuro che gli atri Comuni, esclusi da ogni coinvolgimento preventivo, siano poi tutti così pacificamente d’accordo a cedere a Pasturo tutti i privilegi che autonomamente reclama? Sino ad oggi questo non è successo!

 

2) 

Il finanziamento è stato richiesto ed ottenuto con il fine dichiarato di un “adeguamento antisismico” dell’esistente. A valle dell’approvazione scopriamo che si prospetta viceversa una “demolizione e ricostruzione”. Se le parole hanno un senso, son queste due ipotesi di intervento diverse e non corrispondenti.

Va tutto comunque bene, “madama la marchesa”? No, direi di no.

Vale ricordare che, inizialmente, la stessa Amministrazione aveva ipotizzato e comunicato un ammontare di spesa nell’ordine di 2,5 milioni di euro, poi lievitati ad oltre il doppio (5,5 – 6 milioni di Euro).

Né basta a giustificare la non marginale variazione l’aumento dei costi delle materie prime addotto a giustificazione dal Sig. Sindaco, aumento che pur c’è stato ma, come tutti sappiamo, non certo in quella stratosferica misura superiore al 100%!

Né pare condivisibile l’ulteriore giustificazione, che l’Amministrazione ha dichiarato mutuare dai tecnici incaricati della progettazione, che assai difficile e più oneroso sarebbe stato adeguare l’esistente.

“Più difficile”, senz’altro, “più oneroso” anche no.

È poi facile per tutti capire che per qualsivoglia studio tecnico, è più gradito percepire onorari commisurati ad doppio dell’importo e comportanti metà dell’impegno anziché il contrario. E se il Committente accetta, perché dir di no? Con buona pace di Messer Pantalone.

Atteso che per la scelta dello studio tecnico si è proceduto con procedura negoziata, perché non è stata esperita la possibilità preventiva di un bando (eventualmente anche su inviti) a miglior garanzia di qualità e trasparenza nonché a più agevole partecipazione di studi più giovani, naturalmente inclini all’esplorazione di più nuove vie e possibilità?


3)            

Aspetto davvero importante è quello dei disagi che, per lunga pezza, dovranno sopportare gli utenti della scuola (alunni e corpo docente, genitori e personale ausiliario), costretti, pare, a trascorrere qualche anno in strutture provvisorie (tipo quelle riservate ai terremotati, tanto per averne un’idea) localizzate in siti del tutto periferici rispetto all’attuale centro paese (si è sentito parlare di Prato Buscante, ma nessuna indicazione ufficiale è stata ad oggi fornita in sede di Consiglio Comunale).

Orbene, è comprensibile che, se necessario ed irrinunciabile, ognuno può e deve farsi carico di qualche (seppur prolungato) sacrificio, a miglior onore e gloria futura!

Ma, se per caso questa ipotesi sacrificale potesse essere per nulla necessaria ed irrinunciabile, sarebbe questa davvero la scelta (o imposizione) migliore? Di nuovo: No, direi di no.

Lo vedremo in dettaglio al prossimo punto 4).

Siamo poi così sicuri che questo sacrificio sarà sicuramente temporaneo? Vale rammentare che i tempi di progettazione e realizzazione di questa nuova struttura sono davvero stretti e coercitivi, inusuali nella pratica edilizia italiana, tanto più se di natura pubblica (per farsene un’idea, si veda ad esempio lo stato d’avanzamento lavori della galleria che dovrebbe aggirare il centro cittadino di Calolzio: aperta sì qualche anno fa, ma, da allora, ferma ed inagibile).

Inoltre, dopo che è stata demolita la scuola esistente e si è dato corso di costruzione alla nuova, se dovesse succedere qualche analogo inghippo in corso lavori e tutto avesse a fermarsi per tempi indefiniti, quel sacrificio su evocato, sarebbe davvero temporaneo o diventerebbe parimenti indefinito?

Ed ancora.

Visti, ad esempio, gli attuali esiti del Superbonus 110%, dove, con buona pace degli Enti di controllo statale (Agenzia dell’Entrate in primis), pare bastare qualche rilievo formale ad escludere dal beneficio il Committente, che si trova così costretto a farsi carico in proprio dei pur consistenti importi originariamente ceduti a terzi, se qualcosa di analogo dovesse succedere anche nel nostro caso, chi dovrebbe farsi carico del relativo onere? Ovviamente 5 o 6 milioni di euro a carico delle esigue casse comunali produrrebbero un disastro davvero definitivo e letale per il Comune e per le generazioni a venire, ma, a mia specifica domanda in sede Consiliare, l’Amministrazione non ha saputo / potuto dar risposta, limitandosi a dire che confidava nella correttezza delle pratiche per suo conto attivate dagli Uffici Provinciali. In sostanza:

Io, speriamo che me la cavo!

 


4)   

Vediamo, in ultimo, come forse tutti i rischi e disagi possibili ed incombenti potrebbero agevolmente essere evitati (e come ciò si sarebbe potuto pure capire sin dall’inizio, ove ci fosse stata qualche forma di condivisione e confronto preventivo da parte dell’Amministrazione Comunale).

Ipotizziamo, semplicemente, che anziché procedere con demolizione dell’esistente e ricostruzione ex novo del demolito, si decida di lasciare l’edificio scolastico in essere così come attualmente è, e di provvedere all’erezione di un nuovo edificio, realizzato con tutti i sacri crismi, a fianco dell’esistente.

Così facendo, fintanto che il nuovo edificio è in costruzione, alunni ed insegnanti possono continuare ad usufruire della scuola esistente così come fatto negli ultimi 50 anni ed oltre, al sicuro da ogni possibile inghippo e/o ritardo nella consegna del nuovo edificio, senza necessità di patire disagio o disfunzione alcuna: ultimata la nuova sede, dalla sera alla mattina basterebbe cambiar portone d’ingresso ed accedere nella nuova scuola, lasciando che la vecchia, una volta eseguiti tutti gli adeguamenti ritenuti necessari, possa essere riconvertita a qualsivoglia nuovo uso (ad esempio residenza per anziani, o sede, eventualmente provvisoria, degli uffici Comunali fino a che l’attuale municipio viene a sua volta adeguato anti-sismicamente). 

Dove erigere questo nuovo edificio così che possa godere di tutte le comodità di localizzazione ed accesso dell’attuale? Banalmente, ad esempio, in Piazza XXV Aprile, giusto a due passi dall’attuale sede scolastica.

Piazza XXV Aprile gode di un particolare vantaggio: è accessibile su tre livelli: da Via Trieste, poco più sopra in corrispondenza dell’attuale ingresso al parcheggio e, in ultimo e più in alto, da Via IV Novembre, a fianco dell’attuale accesso alla scuola.

Orbene, scavando a livello di via Trieste sin all’incontro con Via IV Novembre, si potrebbe ottenere un parcheggio coperto addirittura di superficie doppia rispetto all’attuale e, sopra di esso e con accessi indipendenti, si potrebbe erigere la nuova scuola, con spazi verdi in corrispondenza per giardino verde attuale e con aule ed uffici al livello superiore, con ulteriore accesso indipendente a fianco dell’attuale.

Il tutto, si badi, pure con consistente risparmio economico, valutabile in misura corrispondente e/o poco superiore a quella in origine indicata dalla stessa Amministrazione (2,5–3 milioni di Euro), con un risparmio di corrispondente entità (3-2,5 milioni di Euro), che l’Amministrazione ha dovuto aggiungere al conto iniziale per far fronte ai maggiori costi di demolizione dell’esistente (con relativi oneri di smaltimento) e di predisposizione e gestione della localizzazione fuori paese delle strutture di accoglienza provvisorie (siano esse in località Prato Buscante o altrove) e che potrebbe viceversa in tal modo utilizzare per adeguare ai nuovi usi l’edificio scolastico esistente.

Due edifici, uno nuovo e l’altro sistemato, al prezzo di uno; Mica male, direi!

Così operando, oltretutto, potrebbe risultare nemmeno necessario attivare il mutuo di circa € 600.000,00 che il Comune deve accollarsi per far fronte all’ipotesi di intervento predisposta dall’Amministrazione.

Val forse dunque la pena di ripensarci, così da adottare la soluzione meno invasiva ed economicamente più vantaggiosa.

E ciò, si badi ed in ultimo, anche per una forma di rispetto nei confronti delle ben più gravi difficoltà che altre popolazioni del nostro Paese (leggasi Emilia Romagna) si trovano nell’impellente necessità di affrontare, così che nessuno possa nemmeno pensare che mentre molti davvero versano in pena e sofferenza, altri sperperano malamente fondi comuni altrimenti meglio investibili.

Ognuno di noi, a questo punto, valuti in scienza, coscienza e dignità, e cerchi di dar corso ed evidenza alle proprie scelte.

Il Capogruppo Marinello Manzoni

Gruppo Consiliare di Minoranza BAJ-PAS

 

IL GRINZONE n.83