LA MADONNA DI ZAGORKS
Di fianco all'altare laterale di destra, nella chiesa della Madonna della Cintura di Pasturo, si può osservare un quadro raffigurante, sullo sfondo, due chiese ortodosse, al centro una Madonna con Bambino, illuminati da alcune candele, e in primo piano alcune persone, soprattutto anziani, accasciati, dallo sguardo spento e triste; pare che emergano da uno sfondo scuro, quasi fossero già morti. Anche lo sguardo della Madonna e del Bambino rispecchia tale situazione. Un quadro che, osservato con attenzione, mette inquietudine e un profondo senso di tristezza.
Giancarlo Vitali, l’autore del quadro, ci dice: “Il quadro di Zagorks è semplicissimo, esprime per così dire un ‘magone’ che, da turista inesperto, mi ha preso; ma dobbiamo tener conto del periodo, forse oggi a Zagorsk incontri così non li faresti più: eravamo negli anni settanta e c’era ancora l’Unione Sovietica che incuteva un certo timore…”
Guido: se ricordo bene eravate in Russia con un pellegrinaggio organizzato da don Tullio…
Giancarlo: “C’erano alcuni preti: oltre a don Tullio, il parroco di Maggio, don Pio, e altri. E quindi coi preti visitavamo diverse Chiese, sia a Mosca che lì a Zagorks dove abbiamo celebrato la Messa. Ricordo l’enorme impressione di quel posto, con tutte quelle chiese in un paesaggio coperto di neve; la Russia, dal punto di vista paesaggistico, mi ha veramente emozionato, potrei dire quasi scioccato in modo positivo, almeno per quello che vedevi dall’esterno che sembrava tutto bello …”
Gigi: sono le Chiese che hai dipinto sullo sfondo …
Giancarlo: “Certo, ma non ricordo più i particolari, è passato troppo tempo, ma quelle donne che ho visto arrivare fin lì e che ho raffigurato, le ho ancora impresse negli occhi; ce n’era una, già avanti con gli anni, che è arrivata fin lì solo per la fede che aveva, per la profonda devozione … mi viene il magone ancora adesso”.
Guido: avvertivi proprio questo, la fede che spingeva i fedeli ad andare in chiesa …
Giancarlo: “Penso che dovevano superare anche grosse difficoltà economiche: queste persone erano vestite di stracci e non erano solo tre o quattro, erano centinaia e tutte accomunate da questa profonda devozione. Questo mi ha dato l’ispirazione, molto semplice e naturale … Anche le altre figure del quadro erano vere. La stessa Madonna, penso la Madonna di Zagorsk, me la sono immaginata così, forse non ho neppure guardato bene l’immagine, perché doveva essere iconograficamente così. L’unica ‘licenza’ che c’è nel quadro è quel barbone lì sulla destra: non so se l’ho visto da un’altra parte … sono cose difficili da spiegare, uno fa una cosa sotto la spinta di una certa carica anche emotiva e non sempre sai perché hai fatto proprio quella cosa lì …”.
Gigi: ricordi qualche commento di don Tullio quando ha visto il quadro ?
Giancarlo: “Non ho particolari ricordi; so però che ha tenuto il quadro per un bel po’ di tempo nel salone di casa sua e di tanto in tanto lo mostrava alle persone che lo andavano a trovare; il fatto poi che l’abbia collocato nella Chiesa della Cintura, sulla parete centrale, è significativo rispetto alla sua valutazione dell’opera … Per la verità non so neppure io se l’attuale collocazione sia la più indicata …”
Gigi e Guido
IL GRINZONE n.32