UN PADRINO D'ECCEZIONE A PASTURO:

IL PITTORE FIORENTINO "ALUIGI REALE" *

 

Il ‘padrino’ (o ‘compare / compatre’, come si leggeva nei vecchi registri battesimali) indica ancora oggi colui che, in coppia con una madrina o ‘comare’, tiene a battesimo o a cresima il figlio di una coppia di parenti o amici. Suo compito non è solo quello di far da testimone al rito, ma anche e soprattutto quello di assumere pubblicamente l’impegno di collaborare con i genitori nell’educazione spirituale del proprio figlioccio. In passato il suo ruolo era di gran lunga più rilevante da un punto di vista non solo religioso ma anche e soprattutto sociale, economicoculturale, che andava ben oltre l’impegno spirituale. Il padrino, in caso di morte prematura dei genitori, poteva infatti prendere il loro posto o intervenire in supporto ai figliocci in una varietà di modi. La selezione dei ‘parenti spirituali’ veniva, dunque, fatta oculatamente dalla famiglia tramite scelte strategiche volte a estendere e diversificare il più possibile la rete di relazioni fondata sulla cosiddetta ‘parentela spirituale’ originata dal battesimo. La celebrazione battesimale, infatti, era un’occasione da non perdere: per la famiglia del battezzando era uno strumento d’alleanza per istituire legami a ogni livello della scala sociale e per ‘farsi pubblicità’, organizzando cerimonie particolarmente solenni e invitando come ‘testimoni’ membri delle illustri casate locali o vip, non del luogo; per il padrino era l’occasione di “scalare”, cioè di inserirsi e affermarsi nella cerchia degli ottimati locali, disputando delle vere e proprie ‘gare’ pur di imparentarsi con le nobili famiglie del posto1. 

Particolarmente interessante perché riguarda direttamente la storia e l’arte del nostro territorio è lo studio di un documento, in parte inedito, relativo a due battesimi amministrati entrambi a Pasturo dal parroco don Giobbe Marazzi a dieci giorni di distanza l’uno dall’altro, per la precisione il 16 e il 26 agosto 1644.

Ecco il trascritto dei due atti conservati presso l’Archivio Parrocchiale di Pasturo (Registro dei battesimi dal 6 luglio 1640 all’11 luglio 1748).

Barbara figliola di Gioseffo Arrigoni et di Helisabetta Arrigoni sua legitima moglie nata adi 13 et battezata adi 16 Agosto 1644 da mi P. Job Marazzo curato. Il compar è stato il Sig.r Aluigi Reale pittore, la comar Maria figliola di Martino Arrigoni.

Bertolemeo figliolo di Angelo Anesetti detto Arrigoni et di Gioanna Terzoli sua legitima moglie nato adi 24 et battezato adi 26 Agosto 1644 da mi P. Job Marazzo curato. Il compar è stato il Sig.r Aluigi Reale Pittore, la comar è  stata madonna Maria figlia del fu messer Cipriano Brugora d’Introbio.

I due battezzandi appartenevano a due storiche e nobili famiglie di Baiedo: gli Anesetti e gli Arrigoni2. Barbara3 era figlia di Giuseppe Arrigoni (morto a Venezia il 21 luglio 16634) e di Elisabetta Arrigoni; Bartolomeo5 era figlio di Angelo Anesetti Arrigoni, figlio di Calimero di Baiedo6, e di Giovanna Terzoli, figlia di Pietro Giacomo e di Antonia (nata a Introbio il 12 gennaio 1607 e morta a Pasturo nel 1677 all’età di 70 anni7).


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Il dato d’archivio più interessante che emerge da questi due atti di battesimo è il nome del padrino: “Aluigi Reale”. Le due famiglie di Baiedo scelsero, infatti, come ‘testimone’ un personaggio importante, non del luogo, un vip (diremmo oggi): si rivolsero niente poco di meno che a Luigi Reali, un pittore itinerante, nato a Firenze nel 1606 e morto dopo il 1660, molto attivo in Canton Ticino e nelle valli alpine piemontesi (Novarese) e lombarde (Valsassina, Val Camonica e Lecchese), dove firmò numerose pale d’altare e ritratti, come quelli del curato Giobbe Marazzi, parroco di Pasturo dal 1640 al 1671, del curato Giovanni Battista Cattaneo Della Torre, parroco di S. Giovanni alla Castagna di Lecco, nonché del Cardinale Federico Borromeo8.

78 Sampietro578 Sampietro 6A onor del vero, già l’Orlandi scrisse, a proposito della famiglia Anesetti di Baiedo, che “Nel 1644 uno di questo casato fu tenuto a battesimo dal pittore Luigi Reali, fiorentino, che lavorava per le chiese di Pasturo”9, ma non ne trascrisse l’atto e non citò neppure, a proposito degli Arrigoni di Baiedo, l’atto dell’altra ‘figlioccia’ del Reali. Questi due atti sono estremamente importanti nella biografia del nostro pittore perché attestano non solo che il Reali si era già ben inserito nel tessuto sociale pasturese dopo un solo anno trascorso nel paese ai piedi della Grigna ma anche che nell’agosto 1644 si trovava ancora a Pasturo. Nel 1643, infatti, come si evince da una nota d’archivio10, aveva realizzato le tre tele per la chiesa di S. Andrea al cimitero raffiguranti rispettivamente la Madonna col Bambino tra i ss. Andrea e Pietro Martire (oggi al santuario della Madonna della Cintura), S. Biagio e S. Eusebio (oggi in chiesa parrocchiale), mentre nel 1644 dipinse, siglandolo e datandolo, il ritratto del parroco Giobbe Marazzi (oggi nella casa parrocchiale di Indovero). Sempre a Pasturo nel 1645 realizzò le tele raffiguranti S. Restituta che presenta i figli al papa11 e il Battesimo di s. Eusebio12 nella parrocchiale di S. Eusebio; nel 1658 eseguì le tele con il Martirio di s. Eusebio13 e il Martirio di s. Calimero14; nel 1660 l’Immacolata e santi15 nel santuario della Madonna della Cintura, l’ultima sua opera valsassinese.

A conclusione di questa nota storico-artistica ecco una carrellata delle altre opere valsassinesi del Reali o a lui attribuite: la Vergine del Buon Consiglio con le ss. Caterina e Lucia nel santuario di S. Maria delle Grazie a Barcone (presso Primaluna), su commissione di Giacomo de Melesis di Barcone (1650)16; i quattro dipinti per lo stesso santuario, raffiguranti il Martirio di s. Apollonia, il Martirio di s. Agata, il S. Vincenzo e il L’Apparizione di Gesù Bambino a s. Antonio di Padova (1651); i Misteri del Rosario della parrocchiale di Barzio; il ritratto raffigurante il Cardinale Federico Borromeo (oggi nella casa parrocchiale della frazione di Indovero di Casargo); una Madonna col Bambino nella chiesa di S. Rocco a Narro, frazione di Casargo; S. Antonio e Gesù Bambino e il miracolo della mula (firmata e datata 1658) nella chiesa di S. Giacomo a Codesino, frazione di Casargo17.                                  

                                                                                                       Marco Sampietro

 

* Una prima versione di questo studio è stata pubblicata in “Archivi di Lecco e della Provincia”, XLIV, (2021), pp. 112-114.

1 Sul ‘padrinato’ cfr. G. Alfani, Padri, padrini, patroni. La parentela spirituale nella storia, Marsilio, Venezia 2006, in particolare le pp. 239-265.

2 Cfr. A. Orlandi, Le famiglie della Valsassina. Repertorio con brevissime illustrazioni, La Grafica, Lecco 1932, pp. 21-26.

3 Suoi fratelli e sorelle furono: Pietro Carlo nato il 3 e battezzato il 4 agosto 1641; Tomaso nato il 10 e battezzato il 12 gennaio 1647; Marta nata il 15 e battezzata il 18 gennaio 1650; Giacomo nata il 2 e battezzata il 3 marzo 1652; Antonia nata il 28 e battezzata il 31 luglio 1656.

4 “É venuto la nova come Gioseffo Arrigone detto Ciapero è morto in Venetia alli 21 luglio si è cantata la messa et sonato”.

5 Suoi fratelli e sorelle furono: Giovanni Maria nato il 29 settembre e battezzato il 2 ottobre 1642; Giovanna Agnese nata il 26 e battezzata il 27 maggio 1646; Anna Anastasia nata il 3 e battezzata l’8 febbraio 1648; Eusebio nato il 29 e battezzato il 1° agosto 1649; Giovanna Domenica nata il 19 e battezzata il 20 maggio 1652; Giuseppe Giovanni Maria nato il 6 e battezzato l’11 luglio 1655.

6 Si ricava dall’atto di battesimo di Simone figlio di Giovanni Galbani e di Maddalena Arrigoni: “Simone figliolo di Gioanni Galbano da Baiedo et di Madalena Arrigoni sua legitima moglie nato adi 26 et battezato adi 28 ottobre 1640 30 da mi P. Job Marazzo curato. Il compar è Simone Arrigoni. La comar Gioanna Terzoli moglie di Angelo Anesetti quondam Calimero tutti da Baiedo” (Archivio Parrocchiale Pasturo, Registro dei battesimi dal 6 luglio 1640 all’11 luglio 1748).

7 Archivio Parrocchiale di Introbio, Registro dei battesimi dal 1565 al 1624, p. 85, e Archivio Parrocchiale di Pasturo, Registro dei morti dal 1668 al 1746 (“S’è dato sepoltura à Gioana moglie d’Angelo Anesetti d’Arigone, d’anni 60 [sic] in circa”). I Terzoli erano una famiglia di vicini documentata a Introbio dal 1532 al 1748 (Orlandi, Le famiglie della Valsassina cit., p. 136).

8 Cfr. E. Villata, s.v. Reali Luigi, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 86, 2016.

9 Orlandi, Le famiglie della Valsassina cit., p. 21.

10 Archivio Parrocchiale di Pasturo, Libro delli crediti di S.to Andrea et S.to Pietro martire di Baie, ff. 234r, 235r, 241r.

11 Data e firma: “Mdcxxxxv, / Aloyxivs Realis, florentinvs pingebat,”; iscrizione sotto al dipinto: “S.a Restitvta vedova di marito madre di dvoi figli vn maschio et vna femmina parte da Sardegna sva patria va a / Roma gli presenta al Sommo Pontefice accio che ammaestrati nella s.a fede rinaschino a’ vita eterna”.

12 Data e firma: “Mdcxxxxv. / Aloysivs Realis florentinvs pingebat”; iscrizione sotto al dipinto: “[Il S]ommo Pontefice battezza il fancivllo gli pone il proprio nome d’Evsebio servendogli di padrino in levarlo [dal] / [sac]ro fonte vn angelo dal cielo visibilmente apparso qvale con stvpore di tvtti fatto invisibile dispar[ve]”.

13 In alto al centro: “S. Evsebivs Mart(yr). Et. Pont(ifex).” e in basso a sinistra “Florentinvs pingebat. 1658”.

14 Iscrizione in alto a sinistra: “S. Calimerivs. Mart(yr). et. Pont(ifex).”.

15 “Aloisivs Realis florentinvs pingebat a(nn)° Mdclx”.

16 Iscrizione in basso al centro: “1650 / Jacobvs de Melesis Barcony / Vallis saxinæ devotione sva / f. f.”. Compulsando i registri parrocchiali (Archivio Prepositurale di Primaluna, serie 1.1.2.4, Registro 1) è registrata la morte di un certo Giacomo Melesi sepolto l’11 agosto 1661: “È stata datta sepoltura a Giacomo Meles d’età d’anni settanta circa adi undeci Agosto detto anno havendo ricevuti tutti li s.mi sacramenti”. Interessante l’annotazione dell’Orlandi “Nella chiesa di Barcone c’è un quadro con la Madonna, S. Caterina d’Alessandria e S. Lucia: con questa iscrizione: “1650 Iacobus de Melesis Barcony Vallis Saxinae devotione sua f.f.”. La quale dicitura fa supporre che indubbiamente il dipinto fu eseguito lontano dalla Valsassina, e che lontano stava puranche il donatore. Il dono venne forse da Pisa o da Firenze; comunque testifica l’affetto che i valsassinesi emigrando in cerca di lavoro, serbavano per la loro patria; come lo testificano i numerosi oggetti sacri sparsi nelle nostre chiese” (Orlandi, Le famiglie della Valsassina cit., p. 37).

17 Su Luigi Reali in Valsassina cfr. Luigi Reali in Valsassina (1643-1660) (catalogo), a cura di A. Barigozzi Brini, Lecco 1989; O. Zastrow, Il ritrovamento a Barzio e il restauro di una ignota pittura eseguita per la parrocchiale da Luigi Reali nel 1645, in Archivi di Lecco, XV (1992), 1, pp. 19-36; S.A. Colombo - M. Bona Castellotti, Luigi Reali, in Pittura in Brianza e in Valsassina dall’Alto Medioevo al Neoclassicismo, a cura di M. Gregori, Milano 1993, pp. 283 s.; G. Virgilio, Novità su Luigi Reali. Dalla mostra di Rancate all’attribuzione di due nuove opere nel Lecchese, in Archivi di Lecco e della Provincia, XXXI (2008), 4, pp. 56-65; Ead., Note aggiuntive sulla Santa Eurosia di Luigi Reali, ibid., XXXII (2009), 3, pp. 7-11; S. Ferrari, in Arte e Territorio/2. Restituzioni e restauri 2006-2011, Lecco 2013, pp. 43-45; G. Virgilio, Aggiornamenti sulla ritrattistica di Luigi Reali (con un breve accenno a una raccolta novecentesca di fotografie), in Arte lombarda, 2015, vol. 173-174, pp. 167-172.


IL GRINZONE n.78