Le anime morte
Mentre scrivo queste righe, leggo della scomparsa di Javier Cercas, uno degli scrittori che amo di più. Non ho ancora proposto la lettura di un suo libro e rimedio con “Soldati di Salamina”, forse non il capolavoro dello scrittore, ma certo una riflessione originale su una delle più grandi tragedie del ‘900, la guerra civile spagnola.
A proposito di conflitti però, anche il nuovo secolo non ha perso le brutte abitudini del passato e la brutale aggressione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin, riporta ancora la guerra nel cuore dell’Europa. Per la verità il protrarsi degli scontri sembra suscitare minor interesse, lasciando il proscenio alle prossime elezioni generali e alle preoccupazioni relative alla carenza di energia nell’imminente inverno, ma è evidente il nesso tra questi fatti.
Sulla guerra in Ucraina, perché di guerra si tratta, con buona pace dell’autocrate del Cremlino, tanto si è detto e altrettanto discusso, spesso a sproposito, e non si può e non si vuole qui entrare nel merito, su torti e ragioni che, come diceva il buon Lisander, non si possono tagliare con un coltello, e tanto meno avventurarsi in impervie questioni di geo-politica.
Stante la natura di questo spazio, vorrei proporre un approccio diverso, che aiuti in qualche modo a capire l’anima profonda della “Grande Madre Russia”.
Ed allora chi ci può essere di aiuto, se non gli scrittori classici di quello straordinario paese? Penso, tra i tanti, al grande romanzo ”Le anime morte” di Nikolaj Gogol’ che, con un linguaggio di assoluta novità, pratico e quotidiano, e con un inarrivabile talento satirico ci garantisce una lettura piacevole e ci costringe nel contempo a riflettere.
Carlo Amanti
Indicazioni bibliografiche:
Javier Cercas, Soldati di Salamina, ed. Guanda, pag. 216.
Nikolaj Gogol’, Le anime morte, ET Einaudi.
IL GRINZONE n.80