PARTIRE PER... CONOSCERE IL MONDO
Sono Marika, ho vent’anni e la scorsa estate ho vissuto un’esperienza di volontariato di sei settimane in Brasile. Tutto è nato quasi spontaneamente da una proposta bizzarra della mia amica Alice che all’inizio del 2019 pensava fosse il momento giusto per partire e conoscere il mondo in modo autentico, pieno e avventuroso. Così abbiamo pensato subito al volontariato all’estero perché offriva la possibilità di trascorrere un periodo consistente all’estero lavorando a stretto contatto con la comunità locale e la sua cultura. Dopo alcune ricerche in internet abbiamo contattato AIESEC, associazione no-profit internazionale formata da ragazzi di ogni parte del mondo che organizzano numerosi progetti di volontariato e stage per ragazzi da 18 a 30 anni. Nonostante AIESEC ci avesse proposto molti Paesi in cui andare, io e Alice abbiamo scelto il Brasile, in particolare Fortaleza dove avremmo aiutato una ONG locale. Il Brasile ai nostri occhi sembrava un posto affascinante con spiagge bellissime, molta musica ma anche realtà difficili come le favelas. In particolare abbiamo scoperto che Fortaleza, capitale dello stato del Cearà a nord-est del Brasile, presenta grandi contrasti: le favelas, i quartieri periferici e il centro, con grandi problemi di criminalità e degrado urbano, si contrappongono alla costa, costituita da alti grattacieli lussuosi.
Con grande entusiasmo all’inizio di agosto abbiamo iniziato la nostra avventura oltreoceano, anche se l’arrivo è stato piuttosto traumatico e i primi giorni si sono rivelati difficili ed estenuanti. Innanzitutto io e la mia amica eravamo state assegnate a due famiglie e ONG diverse in parti lontane e periferiche della città; dunque avremmo trascorso tempo insieme solo nel fine settimana.
Non appena siamo atterrate abbiamo avvertito il problema della comunicazione poiché non parlavamo minimamente portoghese mentre la maggior parte della popolazione brasiliana non conosce l’inglese perché non viene insegnato nelle scuole. Inoltre, la mancanza di alcuni comfort quotidiani, ad esempio la lavatrice o la doccia calda, non è stata pienamente assimilata in tutto il periodo a Fortaleza.
Tuttavia la prima settimana è stata fondamentale per l’intero soggiorno in Brasile in quanto la mia “host-mum” Gardenia si è preoccupata di portarmi in giro per la città mostrandomi tutti i luoghi principali e gli aspetti cruciali della vita a Fortaleza, ad esempio gli spostamenti: in una città con più di 2 milioni e mezzo di abitanti che si muovono per lo più con gli autobus e si incontrano nelle grandi stazioni di capolinea è estremamente facile perdersi. C’è inoltre il problema della criminalità da non sottovalutare, soprattutto dopo il tramonto quando muoversi con i mezzi pubblici verso le periferie diventa troppo pericoloso ed è necessario usare l’applicazione di trasporto privato “Uber”. Gardenia mi ha portato ovunque anche per presentarmi a tantissime persone entusiaste di conoscermi; infatti una delle cose che ho apprezzato maggiormente è come i brasiliani si sono dimostrati con me sempre molto accoglienti, calorosi e disponibili per qualsiasi cosa, soprattutto a “PROSSICA”.
“PROSSICA” (Projeto Social Sementes da ICA), l’ONG in cui ho lavorato, è un centro sociale per bambini e adolescenti che si riuniscono per seguire attività educative e ricreative in un clima di gioco e affetto all’interno di un quartiere povero e pericoloso. Affiancando le insegnanti e altri volontari, ho avuto modo di parlare e giocare con i bambini presentando loro la cultura italiana, insegnando le basi della lingua inglese e ricevendo tantissimo bene.
Il Brasile è un Paese molto vasto e variegato, una vita intera non basterebbe per visitare a fondo tutto. Tuttavia, i volontari AIESEC hanno il week-end libero e io e Alice abbiamo sfruttato pienamente il nostro tempo a disposizione per visitare alcuni dei luoghi più belli del mondo. Insieme ad altri volontari provenienti da varie parti del mondo, siamo partite per Rio de Janeiro, Jericoacoara, Morro Branco, Canoa Quebrada e Salvador dove ci siamo immerse in una natura incontaminata mozzafiato e partecipato a feste vivaci e colorate.
Le mie sei settimane in Brasile sono state a volte troppo veloci, a volte interminabili. Un misto di sensazioni uguali e opposte tra di loro hanno reso la mia esperienza straordinariamente unica e diversa persino da quella vissuta da Alice in una parte diversa della stessa città. La natura meravigliosa, le condizioni di disagio urbano e sociale, la diversa cultura e visione del mondo, la calorosità e vitalità delle persone e ogni parte del viaggio sono stati eccezionali e rimarranno sempre con me.
Marika Baruffaldi
IL GRINZONE n.70