A LAND OF PEACE?
10 maggio, Orio al Serio, ore 8,30: “…si prevede tempo sereno, vi preghiamo di tenere allacciate le cinture di sicurezza fino allo spegnimento delle indicazioni luminose; vi auguriamo buon viaggio”.
Ecco ci muoviamo… Qualche giro, la rincorsa, più veloce… più veloceee e… decollo. Accanto a me Luigi e Giusy che, esperti di viaggi, mi danno preziosi suggerimenti pratici, ma, soprattutto mi regalano quella presenza discreta e silenziosa di chi ti dice “siamo qui, qualsiasi cosa tu possa aver bisogno, non temere…”. La nostra meta è l’aeroporto Ben-Gurion a Tel Avil. Sì! siamo una piccola rappresentanza della comunità di Pasturo che ha aderito al pellegrinaggio decanale in Terra Santa. Le nostre guide sono il decano, don Mauro Malighetti, e il dr. Giovanni Gerosa, forse più conosciuto, come “…quel chel fava il farmacista a Barz”. Il tempo è sereno. La vista dall’aereo spettacolare.
Fase di atterraggio, applauso al pilota, misto di sollievo e ringraziamento, per la sua bravura.
Siamo in Israele! La nostra giornata, iniziata alle 4.00 con un giro in pullman per la Valle diretti a Bergamo, prende nuova vita e nuova forma in questa piccola Babele aeroportuale dove il mix di suoni, colori, costumi ed espressioni ti danno l’immagine di uno spaccato di mondo nell’insieme delle sue diversità.
Ancora un po’ di tensione per noi... Ci aspettano il ritiro dei bagagli e i controlli all’arrivo. Facciamo gruppo, a turno ci ricordiamo la frase da dire al controllo del passaporto “No stamp please!”. Già… se qualcuno di noi volesse fare altri viaggi in paesi arabi, ad esempio in Siria, un passaporto che porta il timbro di Israele potrebbe non essere accettato.
Siamo sul pullman direzione Haifa, destinazione Nazareth. L’autista si chiama Fausto, nome italiano, origini arabe, religione mussulmana, ci accompagnerà in tutte le tappe che interessano lo stato di Israele. Poi, quando andremo in Giordania, avremo un altro autista e un’altra guida: delicati equilibri tra paesi in cerca di… pace.
Il nostro pellegrinaggio entra nel vivo. Durante la messa al Monte Carmelo per qualche breve istante il pensiero torna in valle, alle persone care, al paese, alle suore di Concenedo….
Siamo in albergo, ecco Renato, esperto coordinatore di gruppi turistici, che si occuperà della nostra ospitalità. Ci aspettano giornate intense, ricche di incontri, significati, possibili imprevisti, lunghe e pazienti attese…!
“A land of peace” recita la scritta su un souvenir del piccolo bazar…
L’indomani visita di Nazareth, attraversando i suk. Ecco la basilica dell’Annunciazione, le grotte dell’antico villaggio, la Sinagoga. Poi via verso Tiberiade, il lago di Galilea, il Monte delle Beatitudini, la casa di Pietro, la Sinagoga di Cafarnao… luoghi per altri aspetti a noi già noti e che ora acquistano nuova visibilità… e ci riempiono di emozioni.
Eccoci al confine con la Giordania, dobbiamo avere pazienza ed attendere a tutti i controlli. Prima il pullman, con grossi specchi dai lunghi manici, poi le domande per sapere se abbiamo ricevuto regali da qualcuno o qualcosa da consegnare oltre il confine…. Siamo fortunati: le risposte di Giovanni vengono accettate come credito per tutti: controllo dei passaporti, tutti in fila, calma, pazienza, impronte digitali, timbro per il permesso di entrare. Un giovane militare sale sul pullman insieme a noi: è la nostra scorta…
Abbiamo tante cose da visitare: Gerasa, Petra, il Monte Nebo, da dove Mosè vide la terra Promessa prima di morire, Amman...
Lungo la strada lo sguardo, triste, si posa sui campi dei profughi Palestinesi… vite vissute in un’attesa che dura da trenta e più anni: è un grido di pace pace pace quello che sale dal cuore, “…domandate pace per Gerusalemme…”.
Domani rientreremo in Israele: altra frontiera, altre attese, e poi visita a Gerico e a Qumran, qualche minuto di relax al Mar Morto, il deserto di Giuda e via senza esitazione verso Gerusalemme. Ecco un viso conosciuto, è Fausto, …a volte basta poco per sentirsi quasi a casa.
“Quale gioia quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore». E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”.
Salendo verso Gerusalemme preghiamo insieme sul pullman recitando questo salmo (Sl 121); anche la preghiera acquista nuovo “sapore” dando voce a un sentire concreto…. Eccoci, dal punto panoramico è un quadro d’insieme quello che si presenta: la Moschea di Omar, il pinnacolo del Tempio, il cimitero ebraico, quello mussulmano...
In questi ultimi due giorni visiteremo Gerusalemme, andremo alla spianata delle moschee, potremo sostare per qualche minuto al muro del pianto e di seguito visitare tutti i luoghi a noi cari come il Santo sepolcro, la chiesa del Padre nostro….
Ancora sbarre, militari, controlli...: è il check point per poter attraversare il muro per entrare ed uscire da Betlemme….
Siamo nell’Orto degli ulivi, scendendo dal Getsemani lo sguardo si posa su un lungo serpentone grigio, alto più o meno otto-nove metri, ci taglia la strada impedendoci l’entrata diretta in Betania: è il muro che abbiamo attraversato ieri per andare a Betlemme, racchiude i territori palestinesi! simbolo di difesa e illusione di sicurezza per gli israeliani..., realtà di imprigionamento ed oppressione per i palestinesi... “Gerusalemme, Gerusalemme…” nel cuore queste parole risuonano come un’eco….
Siamo diretti a Tel Avil; lungo la strada ci fermiamo a visitare i luoghi della Memoria, visitiamo la stanza che commemora un milione di bambini ebrei uccisi nei campi di concentramento….
Bisogna partire, è ora di tornare….
Arrivederci Terra Santa, crocevia di popoli e di religioni, di flebili speranze e disattese mediazioni, di dialogo e contraddizioni, di storia, memoria, cultura e oppressione.
Domanderò pace per te, pace a coloro che ti amano e per coloro che ti abitano, pace sulle tue mura e fra i tuoi confini, per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia pace”.
Marzia Ticozzi
IL GRINZONE n.19