POSSENTI LUIGI E RIVA OMBELLINA

 

Non hanno cognomi “pasturesi”, Riva Ombellina (Lina) e Possenti Luigi, eppure hanno un legame stretto con Pasturo, lei da sempre mentre lui a partire dal matrimonio nel 1963, anche se da giovane già ci veniva con un amico a caccia.

La “storia”, nel colloquio con Lina e Luigi, parte da lontano ed è anche per certi aspetti complessa. Me ne parlano nella loro casa, nella palazzina “Montanina”, su un terrazzo con una vista stupenda sulla valle e sull’altopiano valsassinese ma, per non farsi mancare nulla, con la possibilità, dalla camera, di vedere anche il Grignone.

 

Lina

Il nonno di Lina, Orlandi Pietro (Cantelòn), pasturese doc, sposato con Platti Santina (di Boffalora ma originaria di Pasturo, dove nella stagione estiva tornava con le mandrie per la famosa transumanza), dopo aver “ereditato” da uno zio casa e terreni a Rancio di Lecco, vi si era trasferito con tutta la famiglia: 2 figli e 3 figlie. Una di queste, Clelia, ha poi sposato Riva Felice, originario di Galbiate, dipendente della società “Orobia” (l’ENEL di allora) dove era un po’ il riferimento della Direzione: con la sua bicicletta sbrigava le diverse commissioni a Lecco e dintorni e per questo era molto conosciuto.

Clelia, magliaia (“Ha lavorato per quasi tutte le famiglie di Lecco”), e Felice sono i genitori di Lina. Sposatisi nel 1935, hanno avuto tre figli: Giuseppe e Ombellina, gemelli nati nel 1937, ed Antonia nata nel 1947. Abitavano allora nella casa “ai pini” nella zona sopra l’attuale quartiere di Santo Stefano. “Ho frequentato l’asilo di Castello e la scuola elementare dalle Suore di Via Belvedere, e poi ho completato i tre anni delle Commerciali presso le Suore di Maria Bambina”. I tre fratelli tutti gli anni trascorrono il periodo estivo, inizialmente con la nonna e poi con la mamma, a Pasturo dove ‘abitano’ diverse case: dal “Cechìno” e dal “Giovani sesanta” (di fianco alla Cooperativa) fino a casa Bregaglio in via Roma. “A Pasturo avevamo molti parenti perché le sorelle di mio nonno, quando lui si è trasferito a Rancio, erano rimaste tutte qui dove si erano sposate ed avevano avuto i loro figli. Mia mamma, nata nel 1913, aveva conosciuto molto bene anche Antonia Pozzi e me ne parlava sempre”.

Appena finite le scuole Lina trova lavoro presso la Ditta Montanelli, produttrice di reti metalliche, gabbie per polli ecc. “Ricordo che facevamo anche le gabbiette per i topi per il laboratorio dell’istituto Mario Negri. Veniva in Ditta anche Silvio Garattini, che già allora, molto giovane, portava la dolcevita bianca e la giacca blu…”. Rimane al lavoro fino al 1963 quando sposa Luigi. “Diversi anni prima, nel 1957, la mia famiglia, assieme alle altre, aveva dovuto lasciare libera la casa “ai pini” perché doveva essere abbattuta… e si è trasferita in casa Verga (chiamata prima ‘Casa delle Guardie’ perché vicino c’era stata anche una prigione e una caserma”). La casa era proprio di fronte alla Fonderia Possenti…

 

Luigi e la fonderia “Possenti” 1

La fabbrica fu attivata dal nonno Giovanni Battista, originario di Treviglio, che negli anni 1880/81 era subentrato all’officina meccanica Scacchi, a Castello sopra Lecco. Nel 1895 fu costruito il forno per la fusione di bronzo e ghisa e da allora si svilupparono, in parallelo, l’attività di fonderia vera e propria e l’officina meccanica per la costruzione di vari macchinari ed attrezzi: dagli impianti di segheria alle macchine per la lavorazione della seta, dalle ruote idrauliche ai torni e ai torchi per paste alimentari, da ingranaggi di vario tipo fino ad utensili di uso comune come falcetti e coltelli. Negli anni successivi alla morte del nonno, nel 1917, i figli acquistarono un terreno alla Galandra e nel 1920 vi trasferirono l’attività nei pressi del ponte sul Gerenzone (oggi via Pasubio). L’officina meccanica fu poi portata avanti dagli zii coi propri figli mentre la Fonderia è stata presa in gestione dal papà di Luigi, Giuseppe. Nato nel 1895, ha partecipato alla prima Guerra Mondiale; ferito durante i combattimenti, mentre era ricoverato in Ospedale Militare a Treviglio, ha conosciuto Carolina Bencetti, che faceva la maestra ma anche, nel tempo libero, la crocerossina in ospedale. Sposatisi nel 1925 hanno avuto sette figli “Tutti nati in casa e tutti andati ‘a balia’ presso alcune famiglie della zona; io sono stato ai Cantarelli dalla famiglia Giovenzana, con cui ho poi sempre mantenuto ottimi rapporti”

Luigi, nato nel 1933 come quintogenito, dopo le elementari frequenta le Commerciali al Collegio Volta: “Erano gli anni della guerra e quando suonava la sirena dell’allarme per il rischio di bombardamento e avremmo dovuto rifugiarci in cantina, cercavamo di vedere dove cadevano le bombe ed i nastri delle mitragliatrici per poterli poi recuperare e vendere l’ottone che era ben pagato”. Inizia poi, assieme ai fratelli, il lavoro in Fonderia col papà. Dopo una brevissima parentesi in ufficio, va in fabbrica con gli operai. “Gradualmente ho imparato a costruire gli stampi e a fare le fusioni. Certamente un periodo di duro lavoro; occorreva essere anche molto attenti perché la ghisa fonde ad oltre 1200° e non ci si può distrarre… Devo aggiungere che spesso facevo proprio i lavori più complicati, che però mi davano anche molta soddisfazione”. Lo stabilimento, presso cui lavoravano fino a una sessantina di operai, è stato gestito dal papà coi figli; successivamente solo da questi ultimi fino agli anni ’90 quando decidono di chiudere, anche per i problemi che ci sono stati in quegli anni a causa dei lavori per il tunnel dell’attraversamento di Lecco, che bloccava di fatto la strada d’accesso alla fonderia: “Ci siamo trovati un pomeriggio con mio papà e i miei fratelli, ed insieme abbiamo definito, di comune accordo, quanto spettava a ciascuno. La Ditta era sempre stata sana ed ‘onesta’; avevamo sempre lavorato bene e con una clientela affidabile, soprattutto fuori Lecco. Qui abbiamo prodotto solo delle ghise speciali per la File e per la SAE. Il nostro lavoro era apprezzato per cui anche coi pagamenti, a 60/90 giorni, non abbiamo mai avuto problemi e non abbiamo mai dovuto accettare cambiali. Ricordo tutto quel periodo come certamente difficile ma anche positivo e a volte divertente. Nel tempo libero io mi divertivo a costruire modellini di aereo con piccoli motori a scoppio che ancora conservo… Inoltre, siccome attorno alla fabbrica la mia famiglia aveva molto terreno, mio padre già prima della guerra aveva piantato sia la vite, e produceva il vino, che molte altre piante di frutta per cui in casa nostra frutta e verdura non sono mai mancate. Mio padre era davvero appassionato e la domenica dava ‘lezioni’ di giardinaggio e di orticoltura che erano molto apprezzate”.

 

Matrimonio e famiglia

‘Galeotto’ è un capodanno: Lina con alcune amiche sta preparando i festeggiamenti in casa quando Luigi esce dalla Fonderia e si scambiano gli auguri di Buon Anno. Luigi cerca poi di sapere chi è quella ragazza che tutti i giorni al mattino esce dalla casa di fronte allo stabilimento e rientra alla sera, e che ancora non conosce. Informatosi, scopre che è “la figlia del Felice, quello dell’Orobia” che a Lecco è ben conosciuto… Non è facile ma riesce a contattarla e cominciano a “parlarsi” e nel 1963, il primo maggio, si sposano.

Prendono casa in via Petrarca dove nascono Fabio (nel 1964) e Matteo (nel 1973). Ma non dimenticano Pasturo. Inizialmente vanno in affitto presso la casa della signora Benedetti e poi, nel 1973, acquistano l’attuale appartamento dove vengono regolarmente a trascorrere il periodo estivo e non solo.

A Pasturo peraltro viene sempre anche la sorella Antonia col marito Memmo.

Nel frattempo Fabio si laurea in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano e, dopo un Corso di Perfezionamento in Marketing Bancario all’Università Cattolica, svolge la propria attività presso un gruppo bancario italiano. Nel 1994 sposa Cristina; nascono Lavinia (laureatasi in Ingegneria delle nanotecnologie dei materiali, settore nel quale lavora) e Alessandro (iscritto al Politecnico di Lecco).

Matteo invece, di una decina d’anni più giovane, fin dalle elementari si appassiona, col papà, di modellismo ed aeronautica. Dopo il Liceo Scientifico si laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano. Trova poi lavoro presso l’Ufficio Tecnico di un importante cantiere nautico della Brianza, ‘FB Design’, dove vengono progettati e costruiti motoscafi venduti ed apprezzati in tutto il mondo, in dotazione anche alla Guardia di Finanza e alla Polizia di diversi Paesi. Nel 2019 sposa Olga, una ragazza bielorussa.

Entrambi i fratelli sono appassionati di storia locale2.

Luigi, chiusa la fonderia, può dedicarsi al volontariato e ad una delle sue passioni, la ricerca di minerali, iniziata molti anni prima: “Già dal 1977 quando don Lepore, docente di Scienze al Collegio Volta, aveva organizzato una gita a Piona per visitare le cave di feldspato e successivamente c’era stata una mostra di mineralogia a Villa Manzoni. Da allora con l’amico Giancarlo Valsecchi abbiamo iniziato le nostre ricerche partendo proprio da Pasturo, alla ‘Coeusta dj Boeucc’ dove c’erano le miniere di ferro3. Per oltre 25 anni abbiamo fatto ricerche nelle varie miniere della Valsassina ma anche in Valtorta e Valmalenco. Purtroppo all’inizio degli anni duemila abbiamo dovuto rinunciare perché il mio amico ha avuto dei seri problemi di salute. Comunque sono orgoglioso della variegata ed ampia collezione di minerali che ho raccolto anche perché proprio recentemente ne è stato riconosciuto il valore scientifico trattandosi di minerali quasi unici in Italia e rari nel mondo, come esplicitato anche in alcuni articoli recentemente pubblicati sulla Rivista Mineralogica Italiana”.

I numerosi reperti raccolti costituiscono un ottimo materiale per una prossima mostra: “Mi piacerebbe davvero poterli esporre e mostrarli a tutti coloro che fossero interessati”.

Luigi, per oltre 10 anni, ha svolto pure attività di volontariato con l’AVO in ospedale ed è stato molto attivo anche nella Parrocchia di Castello. Col parroco don Maurizio Mottadelli hanno collaborato, in particolare Luigi, nella ristrutturazione del Cinema “Palladium” ma anche presso la Chiesa, la Scuola Materna e la Casa Parrocchiale dove Luigi ha sempre curato la manutenzione e soprattutto il giardino e l’orto “come se fossero miei. Quando è venuto in visita il card. Tettamanzi ha proposto, come battuta, uno scambio per venirci lui ad abitare; aveva detto la stessa cosa anche Monsignor Roberto Busti…”. Anche Lina ha collaborato nella gestione del Palladium e, in modo discreto, ha sempre aiutato in particolare la Scuola Materna, in base alle esigenze che si evidenziavano.

Quest’ultimo periodo, legato alla pandemia per il Covid 19, è stato particolarmente duro. Il fratello gemello di Lina è stato ricoverato per parecchio tempo e Lina e Luigi si sono fatti carico di aiutare lui e la moglie.
Un doppio riposo quindi quello di quest’anno nella loro casa di Pasturo…

Ma come avete visto l’evoluzione del paese in tutti questi anni?

A me è sempre piaciuto il paese - dice Lina - certamente c’è stata un’evoluzione, hanno costruito diverse case ma nel complesso non è stato stravolto. Certo prima a valle del vecchio nucleo c’erano solo prati e da ragazzi ci si divertiva un mondo ma anche adesso è rimasto un paese vivo. Mi piacciono molto le iniziative teatrali e cinematografiche che purtroppo quest’anno sono state interrotte. E poi ho un buonissimo rapporto con la gente del paese con cui mi piace molto poter chiacchierare…
E Luigi aggiunge: “Mi sembra un paese armonioso. Ho sempre apprezzato le strutture delle vecchie case con dei loggiati in legno molto belli che ho tutti fotografati. La popolazione si è certamente evoluta negli anni. Una carenza forse è l’assenza di attrattive per i giovani… E poi i parcheggi, soprattutto nella piazza del Comune, quest’anno resa più bella e più vivace coi tavolini all’esterno dei bar. Sarebbe ancora meglio se gli spazi per le auto fossero ridotti, più controllati o addirittura aboliti per poter usufruire meglio della piazza mentre spesso c’è una situazione caotica…”.

 

                                                                                   Guido

 

IL GRINZONE n.72