ALLA RICERCA DELLA NEVE PERDUTA

 

“Quando la neve scende giù lieve non esitar si deve, prendi il tuo sacco e lesto va…  dove più fioccherà”.

Ma se a Gennaio 2016 l'inverno e la neve in Italia faticano a farsi vedere, allora non resta che cogliere al balzo la proposta di alcuni amici ovvero “settimana bianca in Islanda”: almeno lì la neve dovrebbe essere una certezza, in aggiunta al fatto che questo Paese,  un po’ come tutti quelli nordici, ha sempre generato in me fascino e curiosità.
Qualche mese di pazienza (fortunatamente nel frattempo un po’ di neve era arrivata anche da noi) ed il 9 aprile un trio di "Pasturelle" o meglio una pasturese doc ora residente a Crandola (Ornella Ticozzelli), una pasturese di recente adozione (Sara Zaccagni) e una rappresentante di Baiedo (io),  insieme ad altri amici, era pronto per la partenza. Nonostante i bagagli ingombranti e il terrore di perdere gli sci (significava vacanza rovinata totalmente), il viaggio è stato più tranquillo del previsto e, una volta atterrati, dopo aver preso in consegna il nostro pullmino rigorosamente 4x4, siamo partiti per raggiungere la capitale.

I primi  giorni sono stati dedicati alla visita di Reykjavik, la capitale, e delle varie bellezze naturalistiche che l'Islanda offre quali importati scogliere, geyser, cascate, immense distese e spazi senza confine, nonché la conoscenza delle particolarità che la caratterizzano come il rigore (anche riguardo ai limiti di velocità… sigh), la pulizia, l'educazione. Una terra spoglia e ostile, soprattutto nei mesi invernali, ma rispettata e sfruttata in modo eccezionale: aprire il rubinetto e sentire subito scendere acqua bollente grazie all'effetto della geotermia è qualcosa di strano, ma è anche una fortuna in termini economici; altrettanto strano è sentire i negozianti che, anche in città, ti sconsigliano di comprare acqua in bottiglia in quanto quella del rubinetto è buona e pulita allo stesso modo (ed anche meglio, considerato il costo della vita alquanto elevato).

    

Il viaggio "on the road", su e giù dal nostro pulmino con gomme chiodate e lungo strade poco trafficate, è durato  solo 48 ore, giusto il tempo di aspettare che il resto dei partecipanti ci raggiungesse da Milano, Courmayeur, Bologna e Vicenza.  In oltre sei ore di strada, abbiamo abbandonato la zona più popolata per raggiungere al nord la regione dei fiordi dove poter finalmente sfruttare i nostri cari sci.
Che paesaggi! e che colori! Tutto era amplificato sia in termini di intensità sia di spazi; bianco e blu si imponevano sempre, tranne la notte quando il verde dell'aurora boreale invadeva il cielo nero... una meraviglia da  togliere il fiato.

Sistemati in una tipica casa Islandese, presa in affitto da una famiglia che la vive quotidianamente ma in quei giorni in vacanza in Francia, dopo abbondanti colazioni, abbiamo trascorso il resto della settimana con lo stesso ritmo: preparare lo zaino, caricare il pullmino e via ogni giorno verso una nuova valle, ampia e lunga, tutta da scoprire, prima faticando e percorrendo in salita con gli sci ai piedi i pendii e poi cogliendo attimi di immenso divertimento lungo le discese che si concludevano a bordo dell'oceano… Un ambiente completamente nuovo, diverso rispetto a quanto siamo abituati: non ci sono importanti vette, ripidi pendii o canali tecnici; in Islanda le montagne assomigliano più a dei panettoni, con divertenti pendii che sfociano in vallate oppure direttamente in spiaggia.

La cosa ancor più particolare è che, nonostante il paesaggio ricordi quello delle alte quote, in realtà la cima più alta è 1300-1400m considerando che ogni escursione inizia dal livello del mare. Anche il clima è particolare: giornate con clima “da maglietta” si alternavano a  giornate di vento freddissimo, che in poco tempo ci ricordavano a che latitudine eravamo...
Inoltre, come durante ogni vacanza/esperienza, è doveroso adattarsi agli usi e costumi del posto e allora, dopo ogni sciatina, non poteva mancare un buon piatto tipico e un tuffo rigenerante alle terme. Che bella vita!

Ma come sempre il tempo passa troppo in fretta ed è tempo di tornare con nuove esperienze, nuovi paesaggi negli occhi e nuove amicizie con le quali si programma già un “all'anno prossimo”.

                                                                                                                                                  

                                                                                                                                 Arianna


IL GRINZONE n. 56