I pesci non chiudono gli occhi
Confesso di avere un “debole” per lo scrittore Erri De Luca, che mi porta alla segnalazione di un suo libro, dopo “Il peso della farfalla”.
Si tratta del volumetto “I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI”, pubblicato da Feltrinelli nel settembre del 2011.
L’io narrante è un uomo di cinquant’anni, che ritorna all’età anagrafica, scritta per la prima volta con due cifre.
La vicenda si svolge d’estate, su un’isola imprecisata, dove un ragazzino di dieci anni è impegnato a buttar via il suo corpo di bambino, che non si decide a crescere. In questa difficile e sofferta impresa, trova aiuto e conforto in una coetanea, conosciuta sulla spiaggia; nasce tra i due un sentimento tenero, ma tutt’altro che infantile, che li porta a scoprire il significato profondo del verbo “mantenere” che è “tenere per mano”.
Come ne “Il peso della farfalla”, il momento centrale del romanzo consiste in uno scontro (una questione di giustizia) fra ragazzi, con un esito, anche in questo caso, curioso ed imprevisto.
Nel corso della narrazione, numerosi sono i rimandi alle vicende della seconda metà del ‘900, vissute con dolorosa partecipazione dall’autore.
Il linguaggio è semplice e caratterizzato da proposizioni coordinate, estremamente brevi.
Carlo Amanti
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Feltrinelli, Milano, 2011.
IL GRINZONE n.40