Paura
Stefan Zweig nasce a Vienna nel 1881 e muore a Petròpolis in Brasile nel 1942.
Borghese di famiglia assai ricca, ebreo in fuga dal nazismo, dopo essere passato per l'Inghilterra e gli Stati Uniti, nel 1941 si rifugia con la giovane seconda moglie Lotte nel piccolo villaggio di montagna di Petropolis in Brasile, dove l'anno seguente a 61 anni si toglie la vita insieme con la moglie. Segnalo a questo proposito la recente uscita in Italia del libro di Laurent Seksik "Gli ultimi giorni di Stefan Zweig", per la casa editrice Gremmese.
Lo scrittore austriaco sforna negli anni venti e trenta una serie di autentici bestseller, che hanno come sfondo la Vienna di Richard Strauss, Freud, Schnitzler, Thomas Mann, Hofmannsthal, Toscanini e tanti altri bei nomi.
"PAURA" è un volumetto di un centinaio di pagine, che si legge tutto d'un fiato e che racconta un adulterio ed un conseguente ricatto.
Ma il vero tema del libro è l'incubo in cui precipita la protagonista, Irene Wagner, divisa fra angoscia e rimorso, attanagliata più dalla paura (ecco il titolo) e dall'ansia di essere scoperta, che dal terrore per il castigo e la pena, che anzi assumono un valore catartico.
Il linguaggio, di assoluta semplicità e chiarezza, si adatta perfettamente all'esigenza di un impietoso scavo psicologico nell'animo dell'adultera e degli altri personaggi (il marito, i figli, l'amante, la ricattatrice).
Il finale del libro è un colpo di teatro, la cui scoperta è giusto lasciare al lettore.
Carlo Amanti
Stefan Zweig, Paura, Adelphi. Piccola biblioteca 622, pagg 113.
IL GRINZONE n. 38