La prosa di Mariapia Veladiano


 

Ho avuto l'opportunità di conoscere, seppure per poche ore, Mariapia Veladiano e ne ho tratto l'impressione di una donna squisita, dotata di profonda umanità.

Ha seguito studi di filosofia e di teologia (e se ne ha puntuale riscontro nei suoi scritti), ha insegnato a lungo Lettere ed è attualmente Dirigente scolastico di una scuola di Rovereto.

Finora ha pubblicato tre libri: “La vita accanto” nel 2011, “Il tempo è un dio breve” nel 2012 e “Ma come tu resisti, vita”, una raccolta di riflessioni su Sentimenti, Azioni e Parole, in libreria in questi giorni.

L'approssimarsi delle feste natalizie offre l'occasione di conoscere questa scrittrice fuori dall'ordinario e di farLa apprezzare a persone che si amano e si stimano

Il nucleo centrale della riflessione della Veladiano è il problema del male, quello fisico, ma soprattutto quello esistenziale: il “male di vivere” di Montale e di molta letteratura ed arte del '900.

La parola “male” è termine-chiave nell'opera della scrittrice vicentina: nella prima pagina del secondo libro citato è ripetuta ben cinque volte.

E gli antidoti al male quali sono, se ce ne sono? Forse l'istinto primario di conservazione, ma resta inspiegabile il suicidio; il bello, in particolare la musica; certo l'amore “tout court”; la vita ”nostro bene, nostro tutto”, come la definisce la scrittrice; soprattutto il Dio della fede, della speranza e della carità, per chi crede, ed il dio della vita, per chi non crede, ma non certo il dio “Luckenbüßer” (dio tappabuchi), su cui si è appuntata magistralmente la riflessione di Dietrich Bonhoeffer: parole tutte pregnanti che, più o meno a piacimento, ciascuno può scrivere con la lettera maiuscola o minuscola.

La prosa della Veladiano è tersa e perfettamente adeguata ad un raccontare intrigante e ad un riflettere profondo.

 

                                                                                                 Carlo Amanti

 

NB: Tutti i libri citati sono pubblicati da Einaudi.

IL GRINZONE n.45