Il pane di ieri
Il titolo del libro "IL PANE DI IERI" è la traduzione di un detto popolare che suona così:" El pan ed sèira, l'è bon adman"(il pane di ieri è buono domani).
L'autore del volumetto è Enzo Bianchi, fondatore e priore della comunità Monastica di Bose, nel comune di Magrano in provincia di Biella.
Lo scrittore rievoca in modo commosso e commovente il suo "tempo che fu" in un paesino tra le Langhe ed il Monferrato, raccontando storie e riflettendo senza prosopopea in particolare sul pane, ma anche sul vino, sul tempo atmosferico, particolarmente importante in una realtà contadina, sul suono delle campane e sul canto del gallo, sul cibo, soprattutto e non è un refuso, sulla bogna càuda, sulla festa del natale, sull'augè, cioè sul veglione insieme come rito di socializzazione, sui suoi maestri di vita (il Pinot, il sediaio Enrico, il Muretin), sulla vecchiaia ed infine sul nascere e morire in comunione.
Sono storie traboccanti di amore per la terra, dalle quali sgorgano senza falsi moralismi insegnamenti di fede, di amicizia, di convivialità, di ospitalità.
La memoria individuale, tenera ed un po' nostalgica, si fa paradigma di storia universale e diventa meditazione sul dono della diversità, sulla gioia e sul dolore, sulla vita e sulla morte.
Una lettera che riporterà gli anziani alla loro "età dell'oro" e i giovani ad una pacata riflessione sul loro presente.
Carlo Amanti
Enzo Bianchi, Il pane di ieri, Einaudi 2008, pag 114.
IL GRINZONE n.29